Una recente ricerca scientifica mette in risalto i “super poteri” dei portieri. Gli estremi difensori hanno sviluppato una capacità unica.
Il ruolo del portiere, nel calcio, è di fondamentale importanza. Il celebre poeta triestino Umberto Saba, grande appassionato del pallone, lo paragonava a una sentinella che “su e giù cammina” nella sua area, pronta ad accovacciarsi e non appena si avvicina un pericolo.
Nell’economia del gioco la figura del portiere ricopre un ruolo cruciale, a volte ingrato, spesso solitario, condannato a non fare errori che, del resto, sarebbero immediatamente evidenti. Per fare il portiere poi non bastano le sole abilità fisiche, peraltro indispensabili. Serve anche saper decidere in fretta.
Proprio sulle capacità decisionali dei portieri si è concentrata una ricerca recente. A condurla è stato Michael Quinn dell’Università di Dublino, che ha indagato su questa specifica abilità dei portieri di calcio. Dai risultati dello studio è emerso che i portieri non soltanto hanno una diversa percezione delle informazioni rispetto al resto della popolazione, ma le elaborano anche in maniera differente.
I portieri hanno i super poteri? Cosa hanno scoperto gli scienziati
I ricercatori si sono accorti che se un calciatore si può basare prevalentemente sulla vista, un portiere invece deve integrare diverse informazioni sensoriali, provenienti dalla vista e dall’udito. E deve farlo con estrema rapidità: il portiere per prendere le sue decisioni ha a disposizione frazioni di secondo, non di più.
Mentre un calciatore può basarsi principalmente sulla vista, un portiere deve integrare rapidamente diverse informazioni sensoriali, come la vista e l’udito, per prendere decisioni in frazioni di secondo.
Durante l’esperimento sono stati coinvolti 60 partecipanti, tra i quali 20 portieri professionisti, 20 calciatori che ricoprivano ruoli in altre posizioni e 20 non calciatori. I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di rispondere a lampeggi di luce, talvolta associati a segnali acustici. I partecipanti poi dovevano indicare quanti lampeggi avessero visto, se uno oppure due. Gli esiti dell’esperimento hanno messo in luce che i portieri, diversamente dagli altri partecipanti, si sono rivelati capaci di distinguere tra stimoli visivi e acustici anche nel caso in cui questi fossero davvero molto vicini tra loro.
Lo studio irlandese suggerisce che i portieri possiedono una maggiore capacità di separare e integrare le informazioni che gli provengono da differenti sensi. Ma questa abilità da dove si origina? Deriva da anni di allenamento oppure siamo davanti a qualcosa come una predisposizione innata? I ricercatori riconoscono di non essere in possesso di una risposta definitiva a un quesito come questo. Rimane però un dato certo: i portieri sviluppano una capacità unica che permette loro di elaborare le informazioni sensoriali. Un’abilità che si traduce in una pronta e precisa capacità di reazione davanti alle sfide che si presentano loro sul rettangolo di gioco.