Un peluche rosa non è sempre sinonimo di sorrisi e rassicurazione: Robbie, il coniglio di Silent Hill, ne è la dimostrazione. Ecco perché.
Silent Hill è una serie di videogiochi a tema survival horror prodotti e sviluppati da Konami. Dal videogioco è stato generato un multimedia franchise composto da film, fumetti, libri e romanzi. Soprattutto al cinema, oltre che nel mondo del gaming, Silent Hill ha avuto un grandissimo successo, grazie a una trama spaventosa quanto basta ed a qualche elemento più stravagante che, pur non avendo ancora chiarito la sua presenza, costituisce quel valore aggiunto che non guasta.
È il caso di Robbie, il coniglio rosa che di rassicurante ha veramente poco: abiti frusti, muso sporco di sangue, immobile da sembrare un corpo morto in ogni scena in cui appare, soprattutto quando le sue dimensioni sono assimilabili a quelle di un essere umano adulto.
Una presenza costante, quasi fissa, della saga Silent Hill. Un’icona rappresentativa, si potrebbe dire, nonostante l’ingresso nella serie a partire dal terzo episodio. Ma come si dice: non è la quantità, bensì la qualità, a rendere una qualunque presenza iconica e irrinunciabile.
Robbie, da dove arrivi?
Non è semplice spiegare la provenienza di Robbie, né altrettanto spiegarne la destinazione. Perché Robbie il coniglio è presente in alcune delle scene più paurose della serie Silent Hill, anche se è praticamente sempre immobile? Non parla, non si muove, è semplicemente una presenza (inquietante) che ti guarda, fisso, negli occhi, quasi a voler rappresentare l’ineluttabilità del fato che guarda ma non interagisce, non interviene, e lascia che il tuo destino si compia.
Robbie è, almeno in apparenza, la mascotte del parco divertimenti Lakeside, dove si svolge la maggior parte delle vicende di Silent Hill. Lo troviamo a volte seduto su una panchina, senza capire se dentro ci sia una persona, viva o morta, se sia una maschera o semplicemente un pupazzo. Vestito da giardiniere, con il pelo rosa, e con delle chiazze di sangue sul viso.
Entra nel mondo di Silent Hill 3, quello dove la protagonista è Heather Mason. Che lo ritrova qua e là, senza un motivo apparente, senza una logica narrativa (almeno in apparenza). Lo stesso filo conduttore cinematografico di Robbie lo ritroviamo nel gioco: il gamer si ritrova a essere fissato dall’altra parte dello schermo da Robbie, mentre gioca le sue avventure, quasi a monito di quello che sta per accadere.