Donna incinta condannata a morte in Iran: il motivo della decisione ha lasciato tutti senza parole. Guardate un po’ qua.
In Iran una donna incinta di origine curda, Shahla Abdi, è stata condannata a morte per un motivo davvero sconcertante.
Secondo quanto riportato dall’emittente panaraba di proprietà saudita Al Arabiya, la donna avrebbe commesso un’azione imperdonabile al punto tale da costarle molto probabilmente la vita. Di tutta risposta il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha chiesto un intervento urgente in modo da contrastare la decisione. Ecco che cosa sta succedendo.
Donna incinta condannata a morte
Ha fatto il giro del web e non solo la notizia di Shahla Abdi, una donna incinta di origine curda, condannata a morte per essere stata accusata di aver compiuto un gesto ritenuto inqualificabile. La donna, di fatto, avrebbe incendiato un’immagine del fondatore dell’Iran Ruhollah Khomeini. Un motivo davvero sconcertante che sta scatenando un’acceso dibattito e proteste in tutto il mondo. A riportare il fatto l’emittente panaraba di proprietà saudita Al Arabiya che ha dichiarato che al momento Shahla Abdi rischierebbe una “esecuzione imminente”. Motivo per cui il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha chiesto con urgenza un intervento per ostacolare la decisione.
La situazione in Iran
Quella della condanna a morte di Shahla Abdi non è certamente l’unica pena sconcertante emessa dall’Iran soltanto nell’ultimo periodo. Ad inizio gennaio, per esempio, la magistratura iraniana ha condannato a morte un giovane di 18 anni, accusato di aver guidato le rivolte avvenute nel Nord del Paese. E, prima di lui, anche Mehdi Mohammadi Fard e Mohammad Boroghani, rispettivamente 18 e 19 anni, sono stati arrestati sempre per via delle proteste che stanno agitando il territorio dallo scorso settembre, a seguito della morte di Mahsa Amini, la ragazza ventiduenne uccisa dalla polizia per aver indossato male il velo.
L’elenco purtroppo non finisce qua perché il 9 gennaio altre tre persone sono state arrestate con l’accusa di aver ucciso tre membri delle forze di sicurezza durante le proteste. Mentre a dicembre Majidreza Rahnavard (23 anni) è stato impiccato in pubblico. Una situazione davvero preoccupante che tocca da vicino anche l’Europa, dato che il governo iraniano è arrivato ad emettere sanzioni nei confronti di 34 soggetti europei, accusati di aver dato sostegno al terrorismo ed ai gruppi terroristici, istigando appunto atti terroristici e violenti nei confronti del popolo iraniano.
Articolo di Veronica Elia