Salvini rapinato, sfiorata la tragedia: ecco cos’è successo nel dettaglio, momenti di paura per la famiglia del Vicepremier.
Non è stato un Natale semplice per il leader della Lega, nonché Vicepremier del Governo Meloni, Matteo Salvini. La sua famiglia, infatti, ha vissuto ore di paura e ansia dopo la rapina avvenuta lo scorso 23 dicembre, che ha rischiato di finire in tragedia.
Il Ministro delle Infrastrutture è sempre stato molto sensibile al tema della sicurezza nel Paese e spesso pubblica sul suo profilo Instagram immagini, video e commenti sulle notizie di cronaca che si vedono quotidianamente nei tg. A Capodanno, ad esempio, ha postato il video di un uomo che ha dato fuoco in strada a un manichino vestito da poliziotto, condannando il suo gesto vandalico, mentre altre volte si è esposto su altri temi sempre relativi alla sicurezza e alla criminalità. Stavolta, purtroppo, è stata proprio la sua famiglia a finire sulle pagine dei giornali per una rapina che poteva trasformarsi in tragedia: ecco i dettagli della vicenda.
Matteo Salvini ha trascorso un Natale tranquillo con la sua compagna Francesca Verdini e con i suoi figli Federico e Mirta, nati rispettivamente dalle unioni con Fabrizia Ieluzzi e Giulia Martinelli, ma pochi giorni prima delle feste il vicepremier ha vissuto ore di ansia e preoccupazione perché suo figlio Federico, oggi 19enne, è stato rapinato in strada a Milano. Il 23 dicembre, infatti, il giovane è stato aggredito in via Jacopo Palma da due malviventi, che gli hanno sottratto il cellulare e circa 200 euro in contanti, dopo averlo minacciato con un coccio di bottiglia. Federico ha prima consegnato gli oggetti ai rapinatori e poi ha tentato di inseguirli, ma senza successo.
Grazie però alle telecamere di videosorveglianza e alle parole di alcuni testimoni, per le forze dell’ordine è stato possibile individuare e arrestare i due rapinatori, due giovani egiziani di 21 e 26 anni, già con precedenti e sprovvisti di permesso di soggiorno. I due sono stati identificati anche dallo stesso Salvini, che ha riconosciuto il più giovane come autore della rapina, spiegando poi che il 26enne ha agito invece come ‘palo’. L’accusa nei loro confronti è di rapina aggravata e i due malviventi sono stati condotti in carcere perché considerati pericolosi e recidivi, visto che il 21enne era stato già arrestato in precedenza e il più grande ha più volte violato le misure di sicurezza a cui era stato sottoposto. Il caso, dunque, sembra essersi già risolto, ma rimane la paura e il rischio che la rapina potesse trasformarsi in tragedia, visto anche l’utilizzo di una pericolosa arma ‘improvvisata’.
Articolo di Francesca Simonelli