Per oltre un anno ha inviato alla figlia centinaia di messaggi anonimi fino a quando, grazie ad un’accurata indagine, è stata scoperta e arrestata. I dettagli sconvolgenti
Il cyberbullismo è un fenomeno in crescente espansione in ogni parte del mondo ma un caso come quello che arriva dagli Stati Uniti è a dir poco sconvolgente. Perché riguarda nientemeno che una madre e la propria figlia.
La vicenda è stata raccontata dai media di Mt. Pleasant, Michigan, ed in breve tempo ha fatto il giro del mondo ed inizia con l’arresto di Kendra Licari, una madre accusata di aver tormentato la sua stessa figlia inviandole centinaia di messaggi anonimi nell’arco di oltre un anno. Tutto è iniziato nei primi mesi del 2021, con innumerevoli sms di odio inviati, uno dopo l’altro, fino alla primavera dell’anno successivo.
Un ‘troll’, come si usa definirlo nel gergo legato ai fenomeni di bullismo via web, che ha tormentato la figlia ma anche l’allora fidanzato inviando loro messaggi offensivi o minacciosi. Salvo poi, quando la giovane si è rivolta a lei per denunciare quello che le stava accadendo, offrirsi di aiutarla per scovare il colpevole. E arrivando addirittura a collaborare con la madre del compagno della figlia per tentare di individuarlo e metter fine agli episodi di bullismo. Quando però il caso è finito nelle mani della polizia la situazione le è sfuggita di mano; per mesi le autorità non sono riuscite ad individuare indizi utili, anche perché la donna ha tentato di rendersi introvabile utilizzando un VPN allo scopo di mascherare la provenienza di quei messaggi; e, consapevole delle indagini in corso, ha continuato ad inviarli utilizzando, per far credere agli agenti che la colpevole fosse una persona dell’età di sua figlia, ad utilizzare un gergo giovanile.
Per un po’ è riuscita nel suo intento ma alla fine, anche grazie all’intervento degli esperti dell’FBI sono riusciti ad arrivare, dopo un anno di indagini, a lei. O meglio a scoprire che la fonte di quegli sms era proprio lo smartphone della mamma della vittima. Solo a quel punto ha deciso di confessare tutto ed è stata arrestata ma in prigione ci è rimasta per poco, almeno per ora.
Kendra è stata infatti rilasciata dietro il pagamento di una cauzione di 5000 dollari. Chiaramente la vicenda non finisce qui perché ora l’aspetta il tribunale, con la prima udienza fissata per il 12 gennaio 2023. E, dal momento che ha confessato e che le prove del suo reato sono molto chiare, rischia una condanna pesantissima: potrebbe dover scontare fino a 15 anni di prigione. Dovrà anche fornire una spiegazione per i suoi atti sconsiderati.
Articolo di Daniele Orlandi