Un condannato a morte ha deciso di fare un’ultima azione, prima dell’esecuzione della sentenza. Ecco cosa ha deciso: è incredibile
Sebbene in Italia la pena di morte sia stata bandita nel 1889 e definitivamente abolita nel 1994, in molti stati del mondo è ancora una soluzione prevista per alcuni casi di reati particolarmente gravi. Nonostante crei sempre molta discussione in merito alla sua effettiva utilità, viene applicata senza se e senza ma e chi riceve questa sentenza non può scappare.
Nonostante la condanna obblighi i carcerati a sapere che la propria vita finirà molto presto, però, questo non significa che negli ultimi mesi di vita non possano cambiare e redimersi. Andare incontro alla morte con serenità, infatti, è sicuramente meglio che farlo con rabbia e senza essersi perdonati per ciò che si ha fatto.
Un detenuto texano, condannato proprio alla pena di morte, ha chiesto di poter compiere un ultimo gesto buono, prima di andare incontro alla sua fine. Ecco cosa ha chiesto e cosa si è deciso.
Condannato a morte dona un rene
Il protagonista di questa vicenda è Ramiro Gonzales, un detenuto texano condannato a morte per aver ucciso la diciottenne Bridget Townsend nel 2001 a colpi di pistola. Prima di andare incontro alla morte come da sentenza, il detenuto ha infatti chiesto di rinviare la data dell’esecuzione per poter compiere un’ultima azione buona nei confronti del mondo: la donazione di un rene.
I suoi legali, quindi, hanno chiesto che la data prevista per l’esecuzione venisse rinviata di tenta giorni proprio per realizzare il desiderio di Ramiro, cioè quello di donare un rene “a chi ne ha urgente bisogno”. Ad aver raccontato la vicenda è stato Michael Zoosman, un pastore ebreo che ha avuto una lunga chiacchierata con il detenuto.
“Non è un tentativo dell’ultimo minuto di fermare o ritardare la sua esecuzione” ha detto il religioso, senza mezzi termini. Secondo lui e gli avvocati del detenuto, infatti, il ragazzo ha la seria volontà di sentirsi utile, per un’ultima volta. A valutare il suo caso è stato il team di trapianti dell’Università del Texas Medical Branch a Gavelston, che ha confermato che Gonzales è un candidato ideale per questa operazione, poiché ha un gruppo sanguigno raro.
Il suo straordinario caso, quindi, potrebbe fungere da esempio anche per altri detenuti che, di fronte a sentenze irremovibili, possono provare a trovare un po’ di pace rendendosi utili per gli altri. Chissà che in futuro si sentano altre storie di redenzione, come quella di Ramiro.