Un bambino di soli cinque anni si è perso all’interno di uno degli ambienti più pericolosi al mondo. Ecco cosa è successo
La più grande paura di ogni genitore, oltre a quello di vedersi impotenti di fronte a malattie e situazioni simili dei propri figli, è quello di perderli di vista e di non riuscire a trovarli. Può capitare, per esempio in luoghi grandi e dispersivi come i supermercati o i parchi divertimento, di sentire gli addetti ai lavori chiamare all’altoparlante il nome di un genitore, per andare a riprendere il proprio figlio, trovato perso e confuso.
Se, però, quelli sono ambienti chiusi e recintati in cui a un certo punto la persona scomparsa si trova per forza, esistono altre situazioni in cui la vastità della natura può rendere un ritrovamento impossibile e, soprattutto, pericoloso. Nelle ultime settimane, un bambino di soli cinque anni si è perso all’interno di uno degli ambienti più fatali e vasti del pianeta: la savana. Ecco cos’è successo.
Bambino disperso nella savana: storia assurda
Siamo in Kenya e a raccontare questa storia è la Sheldrick Wildlife Trust, un associazione che si occupa della salvaguardia degli animali del parco che si trova all’interno della savana. Un responsabile riferisce che, la sera del 29 novembre, ha ricevuto una telefonata dal capo di Asa, che è una comunità a 52 chilometri ad est del confine settentrionale del parco dello Tsavo Est.
Il capo della comunità riferisce al referente dell’associazione che un bambino di quattro o cinque anni è scomparso durante una tempesta, il giorno precedente. Fuori a pascolare il bestiame con i suoi fratelli, dev’essere stato sorpreso dal maltempo e pare non sia riuscito a ritornare a casa. L’associazione si allarma subito, soprattutto perché quello in cui si è perso è un ambiente decisamente ostile, dove le piogge di quei giorni hanno cancellato anche ogni possibile traccia.
Dopo cinque notti di ricerche, quando le speranze erano ridotte quasi al niente, il referente dell’associazione riceve una chiamata dal capo, nella quale gli dice che i ricercatori avevano ritrovato le tracce del bambino. Queste, a 15 chilometri dal suo villaggio, davano prova del fatto che fosse ancora vivo e che, incredibilmente, avesse ancora le forze per camminare.
Un pilota che volava sopra la zona, quindi, si mette a cercare con gli occhi questo bambino e finalmente lo trova: “Non potevo credere ai miei occhi, ma eccolo lì: un ragazzino circondato da un’infinita natura selvaggia. Ero scioccato dal fatto che fosse ancora vivo e camminasse”, confessa. Impossibilitato a mettersi in contatto con la squadra di terra, il pilota ha iniziato a girare in cerchio per mezz’ora sperando che venisse notato: così è stato e, dopo una corsa infinita, i ricercatori hanno recuperato il piccolo.