Fedez, dopo l’intervento del 22 marzo scorso, dovrà compiere altri esami: ecco perché.
Il Professor Falconi ha spiegato quale sarà il percorso che dovrà compiere il cantante dopo l’operazione.
Nei giorni scorsi, Fedez, aveva scioccato i suoi tantissimi fan l’annuncio di una delicata operazione alla quale avrebbe dovuto sottoporsi. Soltanto dopo l’operazione in questione – con l’asportazione di un raro tumore al pancreas – il cantante ha rivelato la natura della sua malattia.
Oggi Fedez è tornato a casa dalla sua splendida famiglia, la moglie Chiara Ferragni e i figli Leone e Vittoria. Il cantante ha tenuto tutti col fiato sospeso, ma anche se il peggio è alle spalle, bisognerà prestare ancora molto attenzione, come ha confermato lo stesso cantante.
Fondamentale per la guarigione di Fedez una diagnosi precoce effettuata nelle prime settimane di marzo. Un messaggio importante anche per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione che, in tanti casi, può salvare la vita.
L’importanza della prevenzione
Fedez e Chiara Ferragni, in una serie di post pubblicati sui loro seguitissimi account social, hanno ringraziato i tantissimi che si sono stretti intorno alla famiglia Ferragnez in un momento delicato e difficilissimo. Il cantante, ha anche ringraziato l’equipe medica dell’Ospedale San Raffaele di Milano, dove è stato operato: “Grazie a voi che mi avete letteralmente salvato la vita, che mi avete accompagnato e accudito in questi giorni che non sono stati semplici ma che dall’altra parte mi hanno restituito una nuova prospettiva da cui affrontare la vita. Grazie al Prof. Falconi e a tutto il suo incredibile staff”. In un’intervista rilasciata a Il Messaggero, il Professor Massimo Falconi, Primario di Chirurgia presso il rinomato istituto milanese e che ha effettuato l’operazione al cantante, ha parlato del caso Fedez e della malattia che lo ha colpito. Ha raccontato: “La storia di Fedez ha dato speranza a tante persone e dimostrato l’importanza di una diagnosi precoce”.
Le parole del Professor Falconi
Il Professor Massimo Falconi ha spiegato che, dopo interventi chirurgici di questo tipo di cancro, si rendono necessarie anche delle mirate terapie. L’operazione, infatti, non sembra riesce ad eliminare del tutto la malattia. Ha continuato: “Un esempio classico è quello di un tumore al pancreas che presenta anche delle metastasi epatiche non completamente asportabili: in questo caso, si può intervenire rimuovendo il tumore pancreatico ‘primitivo’ in modo da confinare la malattia residua al solo fegato”.
Necessari, dunque, esami approfonditi per un importante intervallo di tempo post operazione. Ha spiegato il Dottor Falconi: “L’esame istologico ci permette di valutare alcuni fattori prognostici che possono condizionare o meno il rischio che la malattia si ripresenti. In generale, il percorso di cura di queste neoplasie non si esaurisce mai con il solo intervento chirurgico: i controlli, nel tempo, sono e rimangono fondamentali, ha sottolineato il medico. La loro frequenza varia a seconda della ‘cattiveria‘ che il tumore dimostra sulla base dell’esame istologico e di alcuni parametri patologici”. Qualche esempio? Conclude il medico: “All’ inizio sono sempre ogni sei mesi. Poi possono diradarsi ed avere un intervallo annuale”.