La Russia e l’Ucraina sono ormai in guerra: il confine tra le due nazioni è infatti militarizzato. Cosa succederà da ora in poi?
Quello che sta accadendo in Russia e Ucraina avrà sicuramente delle ripercussioni negative anche su tutto il resto del mondo: la guerra può infatti incidere sull’economia delle nazioni. Nonostante queste non siano coinvolte direttamente, vedranno i prezzi dei propri prodotti aumentare.
Oltre all’aumento del presso del gas, ci sarà anche quello delle materie prime: ecco quali sono i prodotti che aumenteranno di valore.
Quali prodotti si pagheranno di più
La guerra porterà sicuramente una grande crisi economica in tutto il mondo: saranno infatti diverse le categorie di prodotti che vedranno aumentare i propri prezzi.
Come dichiarato da Coldiretti dopo un’attenta analisi da loro realizzata, i primi prodotti a rischiare un aumento sarebbero i cereali a livello internazionale. Russia e Ucraina prevedono infatti circa il 33 % delle esportazioni mondiali di grano (la Russia è in prima posizione tra gli esportatori, mentre l’Ucraina in terza). Ma non è tutto.
L’Ucraina si piazza in quinta posizione per l’esportazione di 26 milioni di tonnellate di mais per l’alimentazione animale, e in settima posizione per i 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane. I costi dei prodotti potrebbero aumentare per vari motivi: potrebbero essere infatti bloccate le spedizioni dai porti del Mar Nero e potrebbero così esserci effetti negativi sull‘inflazione.
L’ Italia importa solitamente il 64% del suo fabbisogno per la produzione del pane. Nell’anno 2021, ha infatti importato più di 120milioni di chilogrammi dall’Ucraina e circa 100 milioni di chilogrammi dalla Russia. Quest’ultima ha intanto dichiarato di dover limitare le esportazioni dal 15 febbraio al 30 giugno 2022.
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Cosa ha analizzato la Coldiretti
A tal proposito, ha parlato Ettore Prandini (presidente Coldiretti). Quest’ultimo ha infatti dichiarato l’importanza di garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende e delle stelle. In questo modo, i prezzi di agricoltori e allevatori non dovrebbero scendere sotto i costi di produzione.
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“Siamo pronti per rendere l’agricoltura protagonista utilizzando al meglio gli oltre 6 miliardi di euro a disposizione“, ha continuato Prandini, “per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali“