Oggi conduttrice e giornalista di successo ma anche una compagna e una mamma appagata Silvia Toffanin si è raccontata a Grazia senza esitazione parlando della sua vita professionale e privata. La compagna di Pier Silvio Berlusconi ha rivelato anche alcuni aspetti della sua infanzia, ricordando che tipo adolescente è stata ma soprattutto cosa desiderava.
Nata e cresciuta a Cartigliano un piccolo paese in provincia di Vicenza in Veneto Silvia ha raccontato che da piccola sogna di comprare vestiti, tanto che appena ha cominciato a lavorare ha speso i suoi primi soldi in abiti: “Da bambina sognavo i vestiti. A 14 anni, con i soldi dei primi lavori, servizi fotografici per cataloghi di negozi della zona, in genere tute da sci, compravo i vestiti. Mia madre ha conservato di sicuro i cataloghi. Me ne sono andata di casa che avevo sulla parete i poster di Claudia Schiffer, sul letto i pupazzi, ed è ancora tutto lì. La mia cameretta è rimasta intatta.”
La conduttrice di Verissimo che quest’anno nonostante qualche esitazione inziale ha accettato di raddoppiare l’appuntamento del suo talk andando in onda oltre che il sabato anche la domenica, ha dell’infanzia dei ricordi felici e quando parla dei suoi genitori e della sua famiglia non manca di far trapelare una certa nostalgia. Oggi è una mamma presente per i suoi figli ed è anche una donna innamorata che sa d’essere amata del suo compagno Pier Silvio Berlusconi che ha di lei stima e rispetto.
Silvia Toffanin ha anche parlato dei suoi primi amori sottolineando che il padre era molto geloso di lei e quando era poco più che adolescente la controllava a vista: “Primi amori? Direi nessuno, con mio padre geloso. In paese usava che i ragazzi, le comitive di amici citofonassero per dire scendi, senza esserci messi d’accordo prima. Rispondeva mio padre, e ogni volta: Silvia non c’è. Non mi faceva uscire.”
La conduttrice di Verissimo ha poi raccontato che il padre la mandava in discoteca solo accompagnata da lui: “Ogni tanto mi permetteva di andare in discoteca, a condizione che mi accompagnasse lui. Mi aspettava chiuso in macchina nel parcheggio.“