Problemi legali per il programma Vite al Limite. Alcuni ex partecipanti alla trasmissione del Dottor Nowzaradan hanno fatto causa alla produzione. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Il programma Vite al Limite, in Italia trasmesso su Real Time, è giunto alla sua nona edizione. In questi 119 episodi abbiamo ascoltato tante storie drammatiche, qualcuna con un lieto fine, altre purtroppo no. Molte le persone che si sono rivolte al Dottor Nowzaradan ed hanno accettato di far riprendere il loro difficile percorso di guarigione dall’obesità grave. Nella clinica specializzata di Houston, i partecipanti della trasmissione hanno trascorso un periodo minimo di 12 mesi. In questi anni sono state molte le critiche mosse al programma, come le accuse di spettacolarizzazione del dolore. Ma non solo. Nel 2018, L.B. Bonner, uno dei partecipanti al programma, si è tolto la vita e la famiglia del giovane ha chiamato in causa la produzione del programma.
Per la famiglia Bonner, il programma avrebbe agito con grave negligenza, facendo pressioni sul giovane. Nei mesi successivi si sono uniti a queste accuse. Si tratta di Bolton, Radanovic, Krasley e Covey, ex partecipanti al programma. Secondo i legali delle famiglie, la società che produce la trasmissione, Megalomedia, non avrebbe richiesto, prima di somministrare determinate diete, chiesto una valutazione psicologica dei soggetti. Inoltre, non avrebbe fornito servizi di salute psico-fisiche adeguati durante le riprese. E non avrebbe formato i dipendenti della clinica sul tema della depressione. Tutto questo avrebbe causato: “Disagio emotivo”, con lo scopo di emettere giudizi negativi e colpevolizzare – al fine dello show – il partecipante al programma.
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La notizia negli Stati Uniti ha avuto un incredibile risalto sui media grazie anche alla presenza, del noto avvocato e politico Tony Buzbee. Quest’ultimo, in un’intervista ha spiegato: “I medici dovrebbero essere professionisti che incentrano tutti i loro sforzi e interessi sulla cura e il benessere dei pazienti. Ma lo staff dello show in questione si concentra sul successo e sullo spettacolo”.
E ancora: “[…] Per quanto possa essere divertente per il pubblico, non è certo divertente per i pazienti e gli assistiti che partecipano allo show. Per il modo in cui sono trattati una volta fuori dal format. Abbiamo intenzione di far finire lo show, a meno che non vi siano profondi cambiamenti sotto ogni punto di vista”