Le Olimpiadi di Tokyo a meno di un mese dalla loro partenza ufficiale destano ancora grande preoccupazione in Giappone a causa dei contagi: ecco la situazione
Le Olimpiadi di Tokyo, che manterranno come per gli Europei di calcio la dicitura 2020, sono prossimi all’inaugurazione ma la pandemia nel paese del Sol Levante desta ancora molta preoccupazione.
Un paese intero è diviso a metà sullo svolgimento delle competizione olimpiche e successive paraolimpiche.
Leggi anche -> Ottavi di Euro2020, ecco il tabellone completo: data e orari delle partite
Come ha dichiarato in conferenza stampa il Gran ciambellano dell’Agenzia della Casa imperiale Yasuhiko Nishimura, l’imperatore Naruhito sarebbe estremamente preoccupato.
L’inizio è quasi prossimo, si partirà il 23 luglio e il rischio di svolgere competizioni senza l’apporto del pubblico è molto concreto.
Dai possibili (e massimo) 15 mila spettatori che potrebbero essere ammessi negli stadi e nei luoghi di svolgimento delle gare, si potrebbe passare alla chiusura totale e riservare l’accesso agli impianti solo agli atleti e agli addetti ai lavori.
La maggior parte della popolazione giapponese è contraria allo svolgimento della manifestazione, considerando che la risalita dei contagi sta aumentando rapidamente, contandone almeno tra i 600 e i 700 giornalieri.
Storicamente, inoltre, il Giappone è sempre stato contrario alla somministrazione dei vaccini o se non altro difficilmente ne ha praticato una diffusione di massa, questo grazie all’estremo senso pudico giapponese, incline a rifiutare ogni tipo di ricorso a sussidi pubblici.
L’allarme è anche scattato a causa di due atleti dell’Uganda che sono arrivati in Giappone risultando positivi alla variante indiana, nonostante avessero completato il ciclo vaccinale.
La campagna vaccinale oggi è a quota circa 17% della popolazione, e la sola manifestazione porterà in Giappone centinaia di migliaia tra addetti ai lavori e tifosi da tutto il mondo.
Gli atleti saranno sottoposti a rigorosi controlli, ad un doppio test giornaliero per riscontrare l’eventuale positività e saranno in un villaggio olimpico che dovrebbe escluderli dal contatto esterno, in una vera e propria bolla.
Addirittura potrebbe esserci un monitoraggio anche circa i rapporti sessuali degli atleti, che saranno tassativamente vietati, onde evitare una possibile propagazione del virus.