Spaventa e fa discutere il prolungamento dello stato di emergenza instituito con l’arrivo della pandemia da Covid-19 e che rimarrà attivo fino al 31 dicembre 2021. Una decisione, questa, che ha scatenato anche l’ira di Paolo De Debbio conduttore di Dritto e Rovescio.
Impossibile negare come il 2020 e il 2021 siano stati segnati da mesi difficili da vivere, caratterizzati da restrizioni, chiusure, lockdown e l’arrivo della dad (Didattica a distanza ndr) dalle elementari alle università. Il Coronavirus ha cambiato radicalmente la percezione che ognuno di noi ha della vita e il tutto sembra non avere realmente una data di fine.
A rendere tutto più difficile troviamo anche le dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha deciso di prolungare lo stato di emergenza in cui versa la nazione fino al prossimo 31 dicembre 2021, scatenando anche le ire di Paolo Del Debbio, giornalista, saggista e conduttore di Dritto e Rovescio.
La nuova decisione presa da Mario Draghi e la squadra di Governo, dunque, ha scatenato le ire di molti esponenti del mondo politico e non solo, dato che a intervenire dando voce al suo pensiero è stato anche Paolo De Debbio affidando il suo sfogo a La Verità.
Qui, il conduttore di Dritto e Rovescio scrive: “Non vorremmo essa fosse usata per cercare delle scappatoie alla soluzione dei problemi derivanti dal fatto che con i poteri emergenziali un ministro come Roberto Speranza può farci richiudere tutto come se nulla fosse. Non ci fidiamo, tanto per essere chiari, ancora più chiari, ce ne fosse bisogno”.
Il prolungamento dello stato di emergenza, quindi, tiene tutta l’Italia con il fiato sospeso con la paura di rivivere ciò che è successo tra la fine del 2020 e la primavera del 2021, tenendo conto del fatto che la pandemia ha innescato anche una profonda crisi che ha trascinato con sé gran parte degli imprenditori italiani e non solo.
Allo stesso modo Paolo Del Debbio, cercando di dare voce a tutti coloro che continuano a vivere il difficile momento dettato dalla pandemia in ogni campo lavorativo e di istruzione, continua scrivendo: “Capite perché abbiamo letteralmente paura dell’emergenza?”. Infine: “Non perché non ci fidiamo del titolare di Palazzo Chigi, Mario Draghi, ma perché il governo non è monocratico: hanno voce e poteri soggetti che non nutrono esattamente la nostra fiducia e, in buona parte, anche del popolo italiano e soprattutto delle famiglie. E non si tratta di una questione politica, si tratta di aver verificato l’inefficienza e l’incapacità di trovare soluzioni adeguate a problemi enormi”.