Gattuso al Tottenham era ormai cosa fatta, ma un episodio in particolare ha fatto sì che saltasse la trattativa: ecco cosa è successo
Era ormai questione di attimi, bastava solo mettere le firme sul contratto e “Ringhio” Gattuso al Tottenham era ormai cosa fatta. Ma l’allenatore e il suo Manager Jorge Mendes non hanno fatto i conti con una piazza molto calda. E non è bastato quanto accaduto a Firenze.
Che fosse un personaggio fumantino Gattuso lo si è sempre saputo. Uno che in campo non ha mai tirato indietro la gamba, ma sempre con gran rispetto per l’avversario. Eppure, tra le motivazioni della trattativa saltata tra l’ex allenatore del Napoli e la squadra inglese risiede nel febbraio del 2011.
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Cosa ha fatto saltare la trattativa di Gattuso al Tottenham: quel ricordo indelebile dei tifosi inglesi
Durante la sfida tra Milan e Tottenham di Champions League del 2011, a fine gara persa dal Milan per 1 a 0 con un gol di Peter Crouch, ci fu un accesissimo confronto tra Ringhio e l’allenatore di allora degli inglesi, Joe Jordan che rivolse qualche parola di troppo ai calciatori rossoneri scatenando le ire dell’ex centrocampista.
Ed è qui che i tifosi inglesi se la sono legata al dito. Infatti, al diffondersi della notizia di Gattuso come prossimo allenatore degli Spurs, gli inglesi sono letteralmente insorti via social tramite gli hastag #gattusoout – #notogattuso che inevitabilmente hanno fatto fare marcia indietro alla dirigenza.
Quale sarà la prossima panchina?
È rimasto senza panchina ora l’allenatore calabrese Gattuso, dopo aver chiuso il rapporto con la Fiorentina dopo nemmeno un mese, causa delle incongruenze di mercato tra la società viola, Ringhio e il procuratore Mendes.
È quanto di più insolito, quindi, quanto accaduto all’allenatore dopo il progetto accettato addirittura a gennaio, quella della Fiorentina, e poi risolto a nemmeno un mese dalla sua ufficializzazione, oltre poi quanto avvenuto con l’imminente firma per il club inglese.
Ora Gattuso non ha una panchina, e per il momento non ci sono pretendenti che lo hanno contattato. È il paradosso di questo calcio impazzito, tra manager che alzano la voce, dirigenze impettite e i tifosi che, per fortuna, vengono ancora ascoltati da qualche club dimostrando di avere ancora voce in capitolo.