Erano i primi anni del 2000 quando Roberto Angelini era diventato il re dell’estate con la sua hit Gattomatto, dato che la canzone è stata annoverata tra i tormentoni della stagione, oggi la musica continua a essere la sua più grande passione… ma da qualche tempo a questa parte Angelini ha deciso di mettersi in gioco anche nel campo della ristorazione finendo così nel mirino della cronaca per via della multa da 15mila euro che è stata fatta alla suo ristorante di cucina giapponese nel cuore di Roma.
Roberto Angelini, autore della hit Gattomatto, ed ex compagno di Claudia Pandolfi, nel corso delle ultime ore è diventato uno dei maggiori protagonisti di cronaca per via del racconto fatto nella sua pagina Facebook. Come spiegato precedentemente, Angelini da qualche tempo gestisce un ristorante di cucina giapponese nel cuore di Roma e che, nel corso dell’ultimo anno, ha affrontato varie problematiche a causa appunto del Covid-19.
L’artista, dunque, rispondendo anche alle richieste di molte persone che gli avevano chiesto aiuto in un periodo così drammatico prese anche la decisione di affittare un furgone per le consegne a domicilio, e allestire il proprio locale all’aperto… ma, poco dopo l’avvio di questa nuova avventura, ecco che arriva la denuncia di un’amica fatta alla Guardia di Finanza e una multa di 15mila euro.
Roberto Angelini ha condiviso sui social una foto che lo mostra con gli occhi lucidi e la mascherina dopo aver appreso della multa e, in particolar modo chi avesse avviato il tutto. L’artista si è detto pronto a pagare quanto dovuto e ritenuto giusto, e quindi previsto dalla legge ma, dopo un anno difficile l’amaro in bocca resta. Qui, infatti, l’artista scrive: “Mi sono indebitato per pagare i fornitori. Ho resistito con i ristori evidentemente inadeguati. Non avendo uno spazio all’aperto sto facendo i salti mortali per allestirne uno al volo. E poi… 15 mila euro di multa per lavoro in nero. A me… Che ho avuto sempre tutti in regola e non essendo del mestiere, non avrei neanche saputo come fare. Capisco tutto, capisco le giuste lotte per riconoscere i diritti dei rider che lavorano per grandi multinazionali del delivery, ma un piccolo imprenditore cosa avrebbe potuto fare?”.
Lo sfogo di Roberto Angelini, dunque, è dettato dalla situazione difficile che ogni ristoratore in Italia ha affrontato e l’amarezza nel doversi arrendere davanti quanto successo: “Per colpa di una pazza incattivita dalla vita sarei stato costretto a chiudere e mandare a spasso 10 persone… E poi, pensavo, se avessero agevolato le assunzioni, almeno in questo anno assurdo in cui tanti si sono dovuti inventare un lavoro volante, avrei segnato tutti quelli che sono passati a fare delle consegne, anche per un giorno”.
L’artista, infine, ha concluso così il post con un messaggio rivolto a colei che avrebbe avviato la denuncia: “Gli occhi lucidi non sono per la multa ma per il tradimento ricevuto da una presunta amica che ha mangiato e dormito a casa mia. Che mi confidò che aveva bisogno di soldi e io pensai bene di aiutarla”.