I protagonisti de Il Paradiso delle Signore ogni giorno tengono compagnia al pubblico televisivo grazie al racconto delle loro storie, frammenti che ricordano delle vite vissute davvero in quel di Milano negli anni d’oro del boom economico italiano. Non a caso, ecco che oggi l’attenzione dei media si concentra su Emanuel Caserio, volto noto di Salvatore Amato.
La serie Il Paradiso delle Signore per molti giovani attori ha segnato davvero la svolta in campo lavorativo, la conquista del loro posto nel mondo della recitazione e quindi dello spettacolo… così come è stato per Emanuel Caserio che, negli anni, ha sempre rincorso il suo sogno finché questo non si è poi realizzato.
Il protagonista volto noto dello sceneggiato, e che veste i panni del giovanissimo Salvatore Amato, ha deciso di raccontare gli anni nei quali cercava la strada perfetta per la realizzazione del suo sogno… anche se il tutto per lui non è stato poi così semplice. Ecco perché.
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, la vita di Emanuel Caserio è cambiata notevolmente dal momento in cui è arrivato il ruolo di Salvatore Amato, con il quale condivide la ricerca del sogno e la costante sfida quotidiana per la conquista di tutto ciò che riguarda la sua vita.
Sensazioni queste che conosce benissimo anche Caserio che nel corso della sua carriera si è messo in gioco in vari progetti, anche sul set di Un Medico in Famiglia, ma il tutto per lui però non è stato sempre così facile, soprattutto negli anni precedenti all’ingaggio per la serie di casa Rai.
Ebbene sì, la scalata al successo non è stata semplice per Caserio che dopo aver lasciato Latina aveva deciso di prendere in affitto una casetta a Roma, evitando così di dover viaggiare ogni giorno e non solo.
In occasione di una lunga intervista rilasciata a Grand Hotel, Emanuel Caserio ha anche deciso di fare una confessione riguardanti le tante difficoltà che ha dovuto affrontare nel momento in cui la sua carriera non era ancora del tutto decollata: “Compravo i tortellini, quelli secchi che costavano meno, garantendomi un pasto completo, primo e secondo, che mi permetteva di arrivare fino all’indomani. Ma non andava sempre così bene perché c’erano dei giorni in cui digiunavo del tutto”.