Perché si dice che eseguire i 5 Tibetani porti tantissimi benefici psico-fisici?
Da quando siamo stati costretti a rimanere chiusi in casa durante il primo lockdown di un anno fa, abbiamo scoperto molte attività da fare tra le mura domestiche. Lo yoga ha sicuramente avuto una vera e propria impennata e con esso anche la pratica dei 5 Tibetani.
Non tutti però li conoscono, sanno di cosa si tratta e quali benefici pare apportino alla vita quotidiana e alla salute psico-fisica di chi li pratica. Scopriamolo insieme.
Cosa sono e come sono stati scoperti i 5 Tibetani
I 5 Tibetani, tanto per iniziare, sono 5 movimenti che vanno ripetuti 21 volte ognuno, seguendo un preciso ordine, ogni giorno. In realtà si può cominciare con una ripetizione da tre per ogni tibetano. Diversi siti online spiegano che movimenti sono e come eseguire i cinque tibetani, ma prima di entrare nel vivo dell’attività è bene capire come sono arrivati a noi.
La storia parla di un viaggiatore americano, Peter Kelder, che girò per il mondo fin quando, arrivato in Tibet non fece un incontro particolare. Pare che l’uomo si trovò faccia a faccia con un colonnello in pensione dell’Esercito Britannico che gli raccontò di questo monastero sperduto nella regione dell’Himalaya in cui vivevano dei monaci che conoscevano il segreto dell’eterna giovinezza.
Incuriosito Kelder li andò a cercare e pare si trovò davanti a dei monaci molto anziani, ma che dimostravano solo 40 anni. Il tutto grazie ad un rito che praticavano ogni giorno: i 5 Tibetani.
Il libro di Kelder “The Eye Of Revelation”
Kelder li descrisse accuratamente in un libricino di 32 pagine intitolato The Eye of Revelation. Il libro prima ebbe un discreto successo, ma successivamente per molti anni venne dimenticato. Tutto questo fino agli anni ’80 quando tornò in voga e venne ristampato praticamente in tutto il mondo. Nel libro si parla della storia del colonnello che aveva incontrato che era stato trasformato da gobbo, calvo e anziano in un giovanotto pieno di energia e fisicamente prestante.
Ovviamente ci sono dubbi sull’origine dei riti che rimandano a diverse posizioni dello yoga indiano piuttosto che a quello tibetano. Inoltre alcuni movimenti pare che non siano generalmente utilizzati come la rotazione su se stessi. Allo stesso tempo sembra che le persone che si sono prestate e hanno voluto praticare con costanza i 5 Riti Tibetani abbiano nel tempo ottenuto numerosi benefici.
I benefici di questo movimenti
Proprio in merito ai benefici dei 5 Riti Tibetani bisogna dire che non c’è nulla di magico o miracoloso. Se credete alle energie sappiate che questi movimenti hanno lo scopo di riallineare e riequilibrare i chakra, riportandoli alla corretta rotazione e al corretto flusso energetico attivando tutte le ghiandole endocrine del corpo.
Se non ci credete, invece, sappiate che sono esercizi simili ad alcune posizioni dello yoga come il cane a testa in giù, il tavolino, la montagna, il cammello… Tutti movimenti che a prescindere dalla credenza legata alle energie, fanno bene al corpo, alla postura e insegnano a migliorare la respirazione.
Controindicazioni ai 5 Tibetani
Le controindicazioni a questi movimenti in realtà non ci sono per una persona fisicamente sana. Chiaro è che una delle prime regole è sicuramente ascoltare il proprio corpo e (come vedrete nel video sottostante) seguire anche le variazioni se qualche posizione vi crea disagio.
Come fare i 5 Tibetani
Per quanto riguarda la mera esecuzione dei 5 Tibetani vi lasciamo un video in cui viene spiegato come farli, ma sappiate che:
- Non iniziate subito con 21 ripetizioni per ogni movimento. Meglio partire con una sequenza di 3 per la prima settimana, poi aumentate di due alla volta fino ad arrivare a 21 e non oltre.
- Il momento migliore in cui eseguire i 5 Tibetani è la mattina appena svegli perché andando a risvegliare le energie vi faranno sentire meglio, più attivi e aiuteranno anche la concentrazione.
- È molto importante nell’esecuzione rispettare il respiro. Si inspira nel momento di contrazione del muscolo e si espira quando si torna alla posizione di partenza.