L’onda dei ricordi travolge anche Yari Carrisi che in un post scritto nella sua pagina Instagram si lascia travolgere dalla memoria di momenti indimenticabili per lui, fatti di musica e di emozioni che al momento sembrano davvero esser stati messi in pausa.
Nel corso dei mesi molti musicisti hanno espresso la mancanza della vita fatta di musica, concentri e incontri con il pubblico che a ogni esibizione si emoziona insieme a loro. Questo è quello che il figlio di Albano Carrisi ha cercato di esprimere in toto nella sua pagina Instagram, attraverso appunto la pubblicazione di una lunga lettera.
A rendere tutto perfetto anche un video, qui dove a esibirsi troviamo proprio lui, Albano Carrisi.
I ricordi di Yari Carrisi
Sono giorni delicati segnati dai ricordi della vita come tutti la conoscevamo prima che il Coronavirus arrivasse a stravolgere tutto. Yari Carrisi, infatti, ha deciso di pubblicare un post nella sua pagina Instagram dando voce ai ricordi e alla vita da musicista fatta di viaggi intorno al mondo e tantissima arte. Qui, infatti, è possibile leggere le seguenti parole: “Mi ricordo interminabili tournée da bambino in Spagna con tutta la famiglia. Viaggiavamo in Land Rover per giornate intere. Le autostrade erano rarissime, quasi inesistenti. Abbiamo vissuto ogni colore, profumo, suono, clima e ambiente del paese”.
Il messaggio scritto dal figlio di Albano Carrisi e Romina Power continua poi con il successivo ricordo: “La notte i concerti iniziavano tardi… a mezzanotte, l’una. I primi anni cantava solo Al Bano. Era un mix fra James Brown, Ray Charles, Domenico Modugno, Caruso, e Freddie Mercury. Un’energia positiva senza eguali”.
“Applausi forti come le onde del Pacifico…”
Yari Carrisi per raccontare al popolo del web il suo ricordo ha scelto un video molto particolare e che mostra Albano Carrisi impegnato ad esibirsi piano e voce con il maestro Alterisio Paoletti e che rappresentano ciò di cui gli artisti sentono la mancanza, come la brama del pubblico così espresso dal secondogenito del cantante di Cellino San Marco: “Applausi forti come onde del Pacifico. Io studiavo tutti i musicisti, il pubblico, le luci, i tecnici, le onde create dal grande maestro… come un film di Fellini che non terminava mai”.
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Il post in questione si conclude con il ricordo di una melodia che ancora risuona nella sua anima, e sulla quale scrive: “Una canzone che non ha mai smesso di cantare è questa, La Mañana, di Leoncavallo. Mi ricordo Plaza de Toros costellati di migliaia di accendini accesi. Poi riprendeva con i pezzi più ritmati. Ogni notte era un canvas dove dipingere un concerto nuovo, diverso da quelli precedenti. Tanta allegria. Arte pura”.