Ritorna l’appuntamento con Il Gossip, cosa avranno combinato i nostri vip in questo periodo?
Il successo di pubblico ottenuto da Eleonora e dal suo programma in questi giorni Sanremese ha soddisfatto i vertici Rai. A farlo presente è stato il direttore di Rai 1 Stefano Coletta in persona, il quale ci ha tenuto a collegarsi in diretta con la trasmissione e la conduttrice per farle i complimenti e ringraziarla: “Grazie per i grandi ascolti di ieri…”. Insomma per la conduttrice, che già da tempo gode del favore del pubblico, questo periodo rappresenta un piccolo successo personale.
Una versione di Romina Power inedita: capelli cortissimi. Uno scatto di tanti anni fa, ma in cui la cantante si mostra con look totalmente diverso da come siamo abituati a vederla. Ecco la foto.
Bufera in casa Rai per la trama di alcuni episodi delle serie che in queste settimane hanno tenuto il pubblico da casa con il fiato sospeso. Nel mirino del ciclone troviamo Che Dio ci aiuti, Mina Settembre e Lolita Lobosco per via della trama di alcuni episodi nel quale si racconta di finti stupri usati per un doppio fine. L’accusa? Quella di sminuire un tema importante e non incentivare così le donne a denunciare un fatto così importante. A rispondere però alle polemiche in questione, attraverso la redazione di FanPage, è stata Silvia Leuzzi sceneggiatrice di Che Dio ci aiuti 6:
“Ho appreso della polemica, ci tengo a precisare che non ho avuto modo di vedere i casi raccontati nelle altre fiction. Nel nostro caso, però, non era un finto stupro e basta. Si trattava di una storia ispirata a un romanzo di McEwan. Da lì, abbiamo tratto questa dinamica di una donna che denuncia uno stupro per conto di un’amica. È vero che la nostra protagonista, all’inizio della storia, simula uno stupro, ma lo fa per riscattare un’amica che è stata veramente violentata, ma non ha avuto la possibilità e il coraggio di denunciare il professore. È una bugia a metà. Il fatto è veramente successo nei termini in cui lei lo racconta. Miriam dà voce a una donna che non può più parlare. Il messaggio voleva essere proprio questo: dare voce anche a chi la voce non ce l’ha più”.