Sono trascorsi molti anni da quando Arisa ha fatto il suo ingresso nel mondo della musica con la canzone Sincerità, un brano presentato trionfano a Sanremo Giovani conquistando il pubblico con un look ironico e una personalità un po’ impacciata… pronta a tornare ancora una volta sul palco dell’Ariston.
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, sono trascorsi molti anni da quanto Arisa è arriva nel mondo della musica con un look un po’ impacciato in grado di stupire anche Paolo Bonolis.
Da quel momento in poi la cantante ha collezionato un grandissimo numero di successi, instaurando un legame speciale con il palco dell’Ariston dove è tornata anche in veste di conduttrice voluta fortemente da Carlo Conti, insieme a Emma Marrone.
Arisa nel corso della sua carriera si è messa in gioco in varie occasioni lavorative, come appunto X-Factor e adesso in qualità d’insegnante per la scuola di Amici.
La musica per l’artista ha sempre avuto un posto principale nella sua vita, come lei stessa ha raccontato in occasione di passata Domanipress: “Se penso alla mia discografia, sono molto contenta di come siano andate le cose, mi ritengo fortunata. Alcuni pezzi sono stati precursori di mode musicali che si sono sviluppate anni dopo… Non voglio peccare di peccare di presunzione, ringrazio per quanto ho avuto e spero che a qualcuno faccia piacere riscoprire, anche nei miei album del passato, dei pezzi che magari aveva ignorato. A me da ascoltatrice capita spesso”.
Dopo il successo di brani come Controvento, La notte e tanto altro ancora… Arisa è pronta a tornare di nuovo sul palco dell’Aristo con un nuovo brano, che parla d’amore e solitudine la quale sembra essere davvero una poesia messa in musica per la speciale occasione, tanto da convincere già la stampa durante l’ascolto in anteprima per la conferenza di presentazione del Festival a porte chiuse.
Il titolo della canzone è appunto Potevi fare di più presentata da Arisa con la seguente dichiarazione sui social: “Potevi fare di più racconta una storia di libertà e consapevolezza contro la sofferente realtà che propone un amore spento, che si trascina tra i rovi di spine che crescono incolti nell’anima, soffocandone la luce“.