Brutta batosta arrivata alla nota influencer Chiara Ferragni per via della produzione di scarponi da neve Snow Boot, totalmente identici a Moon Boot prodotti dal Gruppo Tecnica di Giaveva del Mondello.
Lo scarpone da neve che rientra nella collezione di Chiara Ferragni , dunque, non è stato ritenuto esclusivo e la personalizzazione dell’accessorio, tra logo e glitter vari non sono stati considerati un’opera creativa che l’influencer avrebbe messo in atto e presentato così al Tribunale di Milano durante il processo per quale è stata condannata al risarcimento dei danni nei confronti dell’azienda trevigiana.
Duro colpo per Chiara Ferragni
Si è concluso da poco il processo che vede Chiara Ferragni colpevole di aver copiato lo scarpone Moon Boot, ideato nel 1969 da Giancarlo Zanatta, e che la blogger avrebbe semplicemente personalizzato seguendo i colori del brand ormai famoso in tutto il mondo. In un primo momento Chiara Ferragni aveva firmato un patto privato con Tecnica nel quale si era ripromessa di non copiare i prodotti dell’azienda in questione.
La creazione dello Snow Boot nel tempo ha poi dato vita alla battaglia legale tra le due aziende che si è conclusa con la sentenza del 25 gennaio 2021, la seconda dopo la prima pronunciata nel 2016. La blogger e imprenditrice, dunque, dovrà risarcire il Gruppo Tecnica e ritirare dal mercato i famosi scarponi.
“Due sentenze non fanno giurisprudenza”
Dopo la pronuncia della sentenza, Chiara Ferragni ha preferito non commentare il tutto, seguendo la scia del silenzio stampa. Secondo quanto reso noto da TrevisoToday, a commentare il tutto è stato invece il presidente del Gruppo Tecnica.
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Zanatta, erede di Giancarlo Zanatta che nel 69’ ha ideato i Moon Boot, ha cosi commentato la sentenza che condanna Chiara Ferragni: “Due sentenze non fanno giurisprudenza, ma creano un precedente impossibile da ignorare per chiunque pensi ancora di poter copiare la forma del Moon Boot”. Inoltre: “Abbiamo un’arma forte per difenderci contro i tanti falsi in circolazione. La prima sentenza era del 2016, ma questo passo è importante perché dopo due sentenze è improbabile che qualche giudice decida diversamente. E noi certo non intendiamo smettere di perseguire i concorrenti sleali– continua Zanatta-. Spesso chi crea i falsi conta proprio sulle incertezze e le lungaggini dei tribunali italiani, che scoraggiano chi voglia intraprendere azioni legali a difesa dei propri marchi, ma Tecnica Group ha intrapreso una politica molto rigorosa, e ora guarda anche all’estero. Forti della posizione acquisita in Italia, stiamo lavorando per controbattere i falsi venduti anche in altri Paesi, a cominciare da Francia e Germania in primis ”.