Filippo La Mantia ha dovuto arrendersi e, chiudere il suo ristorante. La crisi economica scaturita dall’emergenza sanitaria ha colpito anche lui e non ha potuto che abbassare le serrande della sua attività.
L’imprenditore di origini sicule, trapiantato a Milano da anni, gestiva un suo ristorante proprio nel cuore della sua città adottiva. Ma, con molta sofferenza ha dovuto arrendersi dinnanzi all’incalzante crisi economica e chiudere battenti. Il ristoratore lo ha dichiarato ai microfoni di Tgcom24.
“Tutte le chiusure, le riaperture, le restrizioni, le messe in sicurezza, i centinaia di migliaia di euro spesi per sanificazione, distanziamento non sono serviti a niente”, ha dichiarato lo chef. Poi, con grande rammarico ha aggiunto: “Ho dovuto chiudere un’azienda di 45 dipendenti in duemila metri quadrati, che andava bene fino a febbraio 2020 e che aveva avuto una buona riapertura, perché le spese sono diventate insostenibili senza più eventi”- ha spiegato Filippo La Mantia.
Filippo ha dovuto suo malgrado sventolare bandiera bianca ed abbassare le serrande del suo ristorante in piazza Risorgimento nel cuore di Milano. Una decisione assai sofferta, ma che è stata per lui inevitabile dato che così come ha dichiarato lo chef: “senza eventi e attività impossibile garantire a un’azienda così grande di vivere, mancando un reddito importante”.
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Il ristoratore messo alle strette dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria ha dovuto abbandonare il sogno, che era anche la sua attività lavorativa. Una notizia che fa luce sulle difficoltà che tutti i lavoratori italiani stanno subendo a causa del Coronavirus e dei suoi terribili effetti sull’economia del Paese.