Dopo le segnalazioni e le foto degli assembramenti al centro di Torino, il governatore piemontese Cirio ha richiamato all’ordine i cittadini.
A partire da ieri mattina, domenica 29 novembre, alcune regioni hanno cambiato zona di rischio, scalando a quella inferiore. Lombardia, Piemonte e Calabria sono infatti diventate zone arancioni, mentre Sicilia e Liguria zone gialle. Il cambio di fascia comporta limitazioni meno stringenti, ma non significa che l’emergenza Covid-19 sia superata. Su questo punto sono stati molto chiari sia gli esponenti del governo che gli esperti del comitato tecnico-scientifico.
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Il messaggio della cabina di regia della gestione dell’emergenza è stato sufficientemente chiaro. Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, ha detto sabato in conferenza stampa che la cittadinanza si deve abituare all’idea di un periodo natalizio diverso dalla consuetudine, in cui evitare con assoluta fermezza gli assembramenti. Tale precauzione è l’unico strumento che permetterà all’Italia di evitare una terza ondata nei mesi di gennaio e febbraio.
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Assembramenti nelle grandi città: la voglia di shopping natalizio oscura la paura del contagio
A giudicare dalle immagini emerse nella giornata di ieri dalle grandi città, sembra che il messaggio di prudenza non sia passato come avrebbe dovuto. Sono state numerose le foto, infatti, che hanno ritratto confusione e assembramenti a Torino, Milano e Roma. Un comportamento, quello dei cittadini che stride con un momento storico in cui la curva epidemiologica non ha ancora arrestato la sua corsa ed in cui il virus è ancora presente in tutto il territorio nazionale.
Il primo a condannare quanto accaduto ieri è stato il governatore del Piemonte, Alberto Cirio: ” Quello che ho visto ieri in alcune vie a Torino è qualcosa che mi riporta con la mente in estate e non possiamo permettercelo”, quindi lo stesso presidente ha aggiunto: “Quello che è successo ieri a Torino è qualcosa di inaccettabile”. Il governatore adesso sta partecipando al Comitato per l’Ordine pubblico, durante il quale chiederà al prefetto delle misure maggiormente restrittive. A tal proposito infatti ha detto: “I piemontesi si stanno comportando in modo serio, ma laddove ci sono situazioni che scappano di mano bisogna intervenire subito in maniera netta”.
Il parere degli esperti su quanto accaduto nelle grandi città
Sugli assembramenti visti ieri nei grandi centri urbani si è espresso anche l’infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli: “E’ evidente che, se non si mantengono le precauzioni non potremo che rivedere una situazione simile a quella che abbiamo già vissuto”. Dello stesso parere è apparso anche Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, il quale ha dichiarato: “Mi chiedo: perché se in via del Corso a Roma o nelle strade dello shopping di altre città se ci sono troppe persone, non si interviene e non si impone il numero chiuso?”. Quindi ha aggiunto: “Mi pare difficile spiegare che è necessario limitare gli spostamenti tra Regioni se si accetta che, per gli acquisti di Natale, ci siano assembramenti. I grandi numeri facilitano la trasmissione del virus”.