Le previsioni su quando ci sarà la terza ondata della pandemia. Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi
Ora che siamo finalmente arrivati all’agognata discesa della curva epidemica, ora che i numeri del contagio rallentano e che i vaccini sono alla portata, c’è chi parla di terza ondata. Le previsioni su quando finirà la pandemia ipotizzano che non filerà via tutto liscio, ma che ci aspettano ancora mesi molto difficili.
Dunque è possibile che si verifichi una terza ondata della pandemia. Proprio per questo rischio è necessario essere prudenti ora che la situazione è in miglioramento. Lo schema da non ripetere è quello della scorsa estate, con gli effetti che stiamo pagando oggi.
All’orizzonte però ci sono i vaccini che potrebbero – speriamo – cambiare tutto. Ma servirà del tempo affinché facciano il loro lavoro. E nel frattempo dovremo contenere la terza ondata.
Le pandemie – ce lo insegna la Storia – si manifestano con ripetute ondate le quali finiscono solo quando c’è un’immunità di gregge o il vaccino. Ed ogni ondata forma una curva con numeri che salgono vertiginosamente, una diffusione e trasmissibilità dunque estrema, poi con il raggiungimento di un plateau e infine con una lenta discesa. Dunque dovremo aspettarci una terza e perfino una quarta ondata o una quinta ondata fin quando una buona parte della popolazione non sarà stata vaccinata.
Qualcuno potrebbe a questo punto chiedere: “se l’andamento della pandemia è indipendente dalle misure di contrasto, cosa le prendiamo a fare?”. E la risposta è semplice: l’intensità dell’ondata dipende dai nostri comportamenti. La curva può salire di 100 o di 10000 in base a quanti contatti le persone hanno. Il virus viaggia con noi, siamo noi le sue gambe. Dunque più noi stiamo fermi, più lui non può muoversi e contagiare.
Se si applicheranno delle misure rigorose riusciremo a contenere la terza ondata, si potrà tenere sotto controllo l’epidemia fino a quando il vaccino ci consentirà di tornare a vivere normalmente o quasi.
L’arrivo della terza ondata è strettamente legato ai nostri comportamenti. “se si riapre troppo per Natale, c’è il rischio della terza ondata dopo qualche settimana” ha detto Fabrizio Pregliasco virologo dell’Università degli Studi di Milano. Il monito è quello dell’estate in cui forti di un abbassamento dei contagi, di un’epidemia pienamente sotto controllo si è proceduto con eccesive riaperture e con atteggiamenti rilassati. Ma le conseguenze disastrose le stiamo vedendo in questi mesi.
“Dopo gli errori dell’estate – ha sottolineato David Nabarro, inviato speciale per l’Europa dell’OMS in un’intervista alla tv svizzera – se non si realizzeranno le infrastrutture necessarie per il contrasto al virus avremo una terza ondata all’inizio del prossimo anno“. “Si sono allentate le maglie prematuramente dopo l’estate, ed ora i contagi sono di nuovo in aumento. La risposta dell’Europa è stata incompleta” ha affermato l’inviato dell’OMS.
A gennaio dunque potremmo pagare il prezzo di eccessive riaperture nel periodo natalizio, di comportamenti troppo rilassati e contemporaneamente potrebbe verificarsi il picco dell’influenza stagionale. Gli ospedali dunque andrebbero nuovamente in affanno.
Sarà invece quello un momento strategico della battaglia contro il Covid. Arriverà, ci si augura il vaccino, proprio per la metà di gennaio 2021. Sarebbe opportuno per allora non dover contrastare la terza ondata, ma approfittare per mettere a punto un colpo decisivo alla pandemia.