La reazione del mondo della politica all’ipotesi di riapertura della Scuola a dicembre è stata vemente: dure le critiche alla Azzolina.
Sin da quando l’epidemia di Coronavirus ha costretto a chiudere la didattica in presenza per molti studenti, il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha lavorato ad una soluzione per riportare gli alunni in classe. Durante lo scorso anno scolastico il ministro ha atteso fino all’ultimo per prendere una decisione sugli esami di stato. Durante la pausa estiva il Ministero dell’Istruzione ha lavorato duramente per escogitare delle misure che avrebbero scongiurato i contagi in classe.
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Purtroppo ad ottobre il numero di contagi è salito a dismisura ed è stato necessario interrompere la didattica in presenza nei licei. Con l’ultimo Dpmc è stata interrotta la didattica anche nelle scuole medie inferiori. Nelle settimane precedenti, sia il ministro Azzolina che il premier Conte avevano difeso il lavoro svolto per la messa in sicurezza delle aule e dichiarato che la scuola sarebbe stata l’ultima istituzione ad essere bloccata.
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Appare chiaro che per il governo la didattica in presenza sia una delle priorità da ristabilire. Già qualche giorno fa Conte aveva dichiarato in tv che uno degli obiettivi di questo periodo è la riapertura delle scuole prima di Natale. Di questo si è parlato nella riunione tra il premier ed i capi delegazione del governo ed in contemporanea nella conferenza virtuale tra il ministro dell’Istruzione ed i sindaci della varie città più esposte al rischio contagio.
Il principale nodo da sciogliere è quello dei trasporti, poiché proprio il numero ingente di passeggeri che ci sarebbe con la riapertura delle scuole potrebbe generare altri cluster di contagio. La data ipotizzata è quella del 9 dicembre, ma prima che si possa fare c’è bisogno che il comitato tecnico-scientifico si esprima a riguardo. Della possibilità è sembrato convinto anche il ministro della Salute Speranza, il quale a tal proposito ha dichiarato: “Le scuole sono una priorità assoluta del Paese e io penso che in questo momento dobbiamo impegnarci, essere coerenti rispetto alle regole che abbiamo impostato per tenerle aperte”.
Il senatore di FI Francesco Giro commenta duramente l’ipotesi di un ritorno a scuola fissato per il 9 dicembre: “Riaprire le scuole il 9 dicembre per richiuderle il 23? Mi sembra una scemenza”. Il politico poi critica anche alcune affermazioni sui giovani: “Dire, come leggo, che è meglio che i giovani vadano a scuola piuttosto che nei centri commerciali è un’altra scemenza. Come se i giovani fossero tutti idioti”.
Dello stesso parere, sebbene espresso in maniera più diplomatica, è anche il governatore del Veneto Luca Zaia: “L’apertura delle scuole a dicembre per noi è una leggenda metropolitana. L’ho sentita in tv. Io non sono contro la scuola in presenza, ma la documentazione scientifica ci dice che i cluster più imponenti arrivano dai ragazzi che vanno a scuola: da asintomatici hanno cariche virali molto alte”.