I dati sull’epidemia hanno evidenziato un livello ancora critico, motivo per cui Lombardia e Piemonte rimarranno rosse fino al 3 dicembre.
L’analisi dei dati sull’andamento dell’epidemia di Coronavirus nella settimana compresa tra il 9 ed il 15 novembre hanno evidenziato un rallentamento della curva dei contagi. Decrescita che è stata notata e sottolineata anche da Lombardia e Piemonte, due delle regioni inserite nella fascia di rischio massimo. I report sui contagi e sullo stato di salute del sistema sanitario, indicano che se la curva dovesse continuare a scendere, presto queste due regioni potrebbero passare da zona rossa a zona arancione.
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I governatori da inizio settimana hanno spinto affinché questo passaggio avvenisse già a partire da oggi, ma il parere del Ministero e del Cts è stato contrario. Con l’ordinanza firmata oggi dal ministro della Salute Roberto Speranza, infatti, si stabilisce che le misure messe in atto il 3 novembre saranno valide sino al prossimo 3 dicembre. Tuttavia, per queste due regioni c’è un’ultima possibilità di uscire in anticipo dalla zona di rischio massimo. Se infatti la valutazione dei dati della prossima settimana confermasse il miglioramento, si potrebbe decidere di ridurre le misure restrittive.
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Gli esperti hanno confermato che i miglioramenti ci sono e spiegano che l’indice Rt nazionale oggi è sceso a 1,18 dall’1,4 della settimana precedente. Un ottimo segnale, poiché indica che le misure adottate stanno dando dei risultati, ma non sufficiente ad allentare le chiusure e i divieti utili al contrasto dell’epidemia. Già a marzo il Cts ha spiegato che per ritenere la bloccata la diffusione del contagio bisogna attendere che l’indice Rt sia sotto l’1.
Nel report la cabina di regia segnala: “L’epidemia in Italia si mantiene a livelli critici sia perché l’incidenza di nuove diagnosi resta molto elevata e ancora in aumento sia per gravità, con un significativo impatto sui servizi assistenziali”. Bisognerà, dunque, stringere ancora i denti per qualche settimana, così da poter usufruire di una maggiore libertà (anche se non totale) nel periodo delle feste.