Cosa succederà a Natale 2020: rimosse le restrizioni a ridosso delle festività se la curva scende
A poco più di un mese dal Natale con una curva epidemiologica che sembra finalmente arrivata ad un plateau e con numeri che rallentano si ipotizza se come e quando riaprire per permettere dello shopping natalizio.
Il Natale è fatto di abbracci, che non potremo darci, di cenoni, che quest’anno faremo in maniera ristretta e soprattutto di regali e acquisti. Quest’ultima voce è fondamentale per l’economia. Le tredicesime che arriveranno devono essere spese per poter dare un minimo di rilancio ai bilanci e di sostegno ai commercianti, alle aziende e a tutta la filiera.
Per farlo però devono esserci dei numeri che lo permettano. Al momento l’epidemia sembra che stia rallentando, anche se gli ospedali sono ancora in affanno – e continueranno ad esserlo ancora per qualche settimana – è lecito ipotizzare che a ridosso del Natale la situazione numerica permetta qualche deroga.
Natale 2020: tregua per lo shopping
Qualche giorno fa avevamo ipotizzato come sarà il Natale 2020 e avevamo azzardato l’idea di una tregua, ovvero di riaperture, per permettere le spese e gli acquisti. Far stare chiusi i negozi nel periodo natalizio quando chi ha la tredicesima può spendere qualcosa in più sarebbe un durissimo colpo, l’ennesimo, per la nostra economia.
Ora l’ipotesi di una tregua natalizia trova conferme in ambiente governativo. Al momento è solo un’ipotesi che esclusivamente i numeri e le conferme del Comitato Tecnico Scientifico potranno autorizzare. La speranza è di arrivare al 3 dicembre, giorno in cui deve arrivare il nuovo DPCM, con numeri sufficientemente buoni da concedere delle riaperture.
L’intenzione è quella di concedere un paio di settimane di aperture, pur sempre contingentate, ai negozi e anche a bar e ristoranti. Per poi per Natale tornare a chiudere onde evitare festeggiamenti eccessivi che minaccerebbero la tenuta dei risultati fin qua ottenuti. La tregua servirebbe dunque a dare respiro all’economia. Molta più cautela invece sul fronte degli spostamenti fra regioni.