Pfizer e Moderna annunciano i risultati dei loro vaccini. Parte il piano di vaccinazione. Ecco da quando
I vaccini anti covid sono arrivati. Attesi disperatamente sin dal primo giorno della pandemia sembravano però irraggiungibili. Troppo difficile e complicato riuscire a creare un vaccino affidabile, efficace e sicuro in pochi mesi. Invece la Scienza ce l’ha fatta. Tant’è che il 2020 si potrà chiudere con le prime vaccinazioni di massa anti-covid.
I risultati straordinari dell’ultima fase di sperimentazione dei vaccini anti covid permettono già di pensare alla distribuzione. Negli Stati Uniti si attendono dei passaggi, quasi formali, e poi dal 15 dicembre si sottoporrà alla vaccinazione la popolazione a partire dai sanitari. E in Italia? Se tutto va per il verso giusto a metà gennaio, o forse anche prima di Natale, anche nel nostro Paese ci saranno le prime vaccinazioni anti covid.
Al momento due vaccini, Pfizer e Moderna, hanno completato con risultati eccezionali la fase 3 di sperimentazione. La 3 è l’ultima fase quella che deve attestare l’efficacia del farmaco (le prime due invece sono di sicurezza e immunogenicità). I risultati di questa fase sono stati resi noti in questi giorni: il vaccino Pfizer Biontech ha un’efficacia del 90%, quello di Moderna del 94.5%. Una copertura eccezionale che va oltre le migliori aspettative.
In fase 3 si trova anche il vaccino di AstraZeneca/Oxford prodotto in parte in Italia con la Irbm di Pomezia. A differenza dei due statunitensi che si basano sull’mRNA questo si basa su un vettore di adenovirus dello chimpazee. I risultati finora sono stati molto incoraggianti.
Avere più vaccini disponibili è un enorme vantaggio sotto diversi punti di vista. Intanto meramente quantitativo e numerico: nessuna singola azienda può produrne a sufficienza per tutto il mondo, quindi più ce ne sono meglio è. E poi ogni vaccino si scoprirà essere più funzionale per alcune categorie rispetto ad altre, anziani o bambini ad esempio.
Un’altra differenza, che sembra già esserci fra quelli di Pfizer e Moderna e quello di AstraZeneca, è che i primi due sembra proteggano anche dall’infezione. Ovvero non solo non si sviluppa la malattia, ma non ci si contagia affatto, il che significa non trasmetterlo ad altri. E’ la cosiddetta immunità sterile, importante per avere immunità di gregge.
Cosa succede adesso che sappiamo che un vaccino anti covid c’è? Anzi ce ne sono due? Lo studio di Pfizer e Moderna deve essere formalmente concluso, poi viene fatta una richiesta formale all’EUA (Emergency Use Authorization)e alla Food and Drug Administration, gli enti di controllo sui farmaci. Una volta ricevuta l’approvazione – dovranno essere studiati i dati – si potrà procedere alla vaccinazione di massa.
Negli Stati Uniti la vaccinazione di massa dovrebbe iniziare intorno alla metà di dicembre. Il professor Burioni alla trasmissione Che Tempo che Fa su Rai Tre ha rivelato che alcuni suoi colleghi statunitensi sono stati allertati per la vaccinazione che inizierà il 15 dicembre.
Saranno infatti proprio i sanitari i primi ad essere vaccinati, seguiti da militari, polizia e poi soggetti a rischio, anziani fragili e immunodepressi.
L’EMA, l’agenzia europea per il controllo sui farmaci, ha reso noto che ha già iniziato la revisione ciclica, la cosiddetta rolling review, sul vaccino anti-covid di Moderna. Il compito dell’agenzia è quello di valutare gli standard di sicurezza, efficacia e qualità.
Sul sito dell’Aifa, l’agenzia Italiana per il farmaco si legge: “Sebbene non sia ancora possibile prevedere la tempistica complessiva della revisione, la procedura dovrebbe essere più breve rispetto a quella ordinaria, grazie al tempo risparmiato durante la revisione ciclica”.
Dunque? L’Italia sta organizzando le procedure di vaccinazione stabilendo modalità e priorità di accesso. L’Europa ha opzionato 200 milioni di dosi del vaccino Pfizer, l’Italia in base alla sua popolazione ne ha diritto al 13.5, ovvero 27 milioni di dosi. Questa quota è sufficiente per vaccinare 14 milioni di italiani (è necessario il richiamo) ossia le categorie più esposte. L’annuncio del vaccino di Moderna potrebbe cambiare le carte in tavola: si potrebbero acquistare dosi anche da questa azienda.
Per quanto riguarda la tempistica l’inizio della rolling review da parte dell’Ema potrebbe far anticipare i tempi e di molto. Si ipotizza che prima di Natale potrebbe esserci il via libera ufficiale, altrimenti sarà a metà gennaio come rivelato dal professor Franco Locatelli presidente del Consiglio Superiore di Sanità: “le prime dosi del vaccino le vedremo a metà gennaio”.