Il governatore del Veneto Luca Zaia avverte i cittadini che il rischio di passare da zona gialla ad arancione è concreto e li invita alla prudenza.
Ieri pomeriggio è stato condiviso con l’Italia intera il report settimanale sull’Emergenza Coronavirus. I dati erano molto attesi sia dai cittadini che dal governo, poiché in base a questi era possibile osservare l’effetto ottenuto grazie alle misure. Dai dati è emersa una nota positiva, ovvero che l’indice Rt nazionale ha subito un rallentamento negli ultimi 7 giorni. Ciò nonostante ci sono regioni in cui il sistema sanitario è in grosso affanno e per le quali è stato necessario imporre ulteriori restrizioni.
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A partire da ieri, infatti, la Campania e la Toscana sono diventate zone rosse, mentre il Friuli, l’Emilia e le Marche sono state spostate nella zona arancione. Questo nonostante il giorno precedente, Friuli e Emilia avessero emesso una nuova ordinanza con la quale venivano chiusi i centri commerciali ed i negozi per tutto il weekend e veniva imposto l’obbligo di indossare sempre la mascherina quando si è fuori di casa. In bilico tra zona gialla e arancione c’era anche il Veneto, tuttavia i dati hanno mostrato che la regione del nord Italia è ancora in grado di gestire l’epidemia senza troppi affanni.
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Del mancato inserimento del Veneto nella zona a rischio epidemiologico alto ha parlato ieri il governatore della regione Luca Zaia. Il presidente veneto ha spiegato che i dati sono molti simili a quelli dell’Emilia e del Friuli, dunque che un leggero peggioramento della situazione comporterebbe uno spostamento verso la zona arancione: “Noi siamo in zona gialla ma non sono convinto che i colleghi di Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia abbiano situazioni diroccate. È vero che l’algoritmo è impietoso”. Per questo motivo ha invitato tutti a fare molta attenzione durante il weekend, così da non permettere al virus di diffondersi ulteriormente.
Per quanto riguarda i dati di ieri, il governatore ha sottolineato come si trattasse di una giornata di numeri record, sia per quanto riguarda i tamponi che per quanto riguarda il numero di positivi (mai così tanti dall’inizio dell’epidemia). Zaia ha voluto anche sottolineare come il numero elevato di contagi sia direttamente proporzionale a quello dei tamponi effettuati, ribadendo che rispetto a marzo-aprile il numero di positivi per tampone si è ridotto di un terzo.