Emergenza Covid: il 15 novembre l’Italia potrebbe essere in lockdown?

Il Corriere della Sera condivide l’ipotesi di un lockdown generalizzato in Italia entro il prossimo 15 novembre.

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Sebbene i bollettini Covid della Protezione Civile negli ultimi giorni abbiano indicato un calo dei contagi giornalieri, la curva epidemiologica continua la sua ascesa. Il numero dei nuovi positivi, infatti, è sceso solamente perché nei giorni scorsi sono stati esaminati meno tamponi. Continuano invece a preoccupare i dati relativi alle terapie intensive e ai decessi, il cui aumento sembra essersi cristallizzato.

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Proprio l’incremento dei pazienti in terapia intensiva e quello dei ricoverati, ha portato il Cts ed il ministero della Salute ad ampliare le zone arancioni. Sono ben cinque, infatti, le regioni che rientrano nella nuova fascia di rischio. Oltre alla Sicilia e la Puglia, da oggi ci sono anche la Liguria, la Toscana, l’Umbria, la Basilicata e l’Abruzzo. I cambiamenti non sono conclusi, poiché da oggi anche la provincia di Bolzano si è aggiunta alla zona rossa. Domani, inoltre, verrà presa una decisione sulla Campania, sospesa tra la zona arancione e quella rossa.

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Emergenza Coronavirus: Lockdown generalizzato entro il 15 novembre?

L’emergenza sanitaria costringe il comitato scientifico e il governo a continuare la valutazione dei rischi e a modificare quanto stabilito poco tempo prima. Da giorni, ormai, i medici di tutta Italia richiedono un lockdown generalizzato per evitare rischi maggiori. D’altronde il sistema sanitario è già sotto forte stress e se la curva dovesse continuare a salire rischierebbe il collasso. A quel punto anche una chiusura totale non eviterebbe una tragedia di proporzioni enormi.

Il governo ascolta il grido d’allarme dei medici, ma cerca di capire se le misure messe in atto venerdì avranno un impatto positivo. Conte ha chiarito diverse volte di voler evitare la quarantena nazionale, poiché questa avrebbe un impatto devastante sulla già precaria economia di questo 2020. Ciò nonostante, già sabato si è detto pronto ad attuarla qualora la situazione non dovesse cambiare, o nel caso in cui le regioni non si adeguassero alle restrizioni decise con la suddivisione in zone.

L’ipotesi del Corriere della Sera

Data la situazione, l’ipotesi avanzata dal ‘Corriere della Sera‘ oggi non è da considerarsi un cattivo presagio o un’interpretazione troppo negativa. Sul quotidiano, infatti, si legge che il governo ed il Cts starebbero già valutando l’ipotesi della chiusura nazionale. Per gli esperti si tratterebbe della scelta migliore per contenere il contagio, ma il governo spera che le restrizioni applicate nelle ultime due settimane possano invertire la tendenza.

Se così non fosse, però, è chiaro che ci sarebbe bisogno di prendere una decisione rapida, prima del termine del 3 dicembre fissato con l’ultimo Dpcm. Per questo il Corriere suggerisce che questo termine possa essere il 15 novembre. Domenica, infatti, ci sarà il quadro completo dell’andamento settimanale e in base a quello potrebbe essere presa una decisione. Sabato 14, infatti, è una data chiave, poiché ci troveremo ad una settimana dalla chiusura a zone, a due dallo stop alla movida e ad un mese dall’obbligo di mascherina. Se le misure hanno funzionato, ci dovrebbe essere una lieve decrescita.

Nel caso in cui non ci fosse un inversione, Cts, governo e regioni potrebbero incontrarsi nuovamente entro questo fine settimana. Anche perché in questo caso ci sarebbe bisogno di un nuovo Dpcm nel quale includere nuove restrizioni anche per le zone rosse, bloccando attività che finora sono state escluse dalle chiusure anche nelle zone a massimo rischio.

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