Il presidente dell’Ordine dei Medici chiede al governo di varare un lockdown in tutta Italia
La suddivisione dell’Italia in tre fasce non basterà a fermare lo tsunami di questa seconda ondata. E’ questo il timore del presidente dell’Ordine dei Medici, Filippo Anelli, che ha lanciato un appello al Governo affinché vari al più presto un lockdown generalizzato in tutto il Paese.
Sebbene la velocità dei contagi stia rallentando, il carico ospedaliero è ancora enorme e lo sarà ancora per settimane. Dovremo arrivare alla curva discendente di questa ondata per vedere una situazione di meno pressione sulla sanità. Il problema è come arriveremo a quel momento.
Il Governo è pronto a dare una stretta già in settimana a quelle regioni che presentano una situazione di rischio elevato, facendole scivolare dunque in un regime arancione o rosso. Sono sei le regioni osservate speciali che nei prossimi giorni potrebbero avere provvedimenti stringenti.
Una richiesta al Governo affinché faccia diventare tutta l’Italia una zona rossa, senza più distinzioni. E’ questa la richiesta dell’Ordine dei Medici nella figura del suo presidente Filippo Anelli. Una richiesta dettata dai numeri di questi giorni e la proiezione a quanto potrà succedere nelle prossime settimane.
“Considerando i dati di questa settimana come andamento-tipo e se li proiettiamo senza prevedere ulteriori incrementi, la situazione fra un mese sarà drammatica – ha detto Anelli ai microfoni del Gr2 Rai – e quindi bisogna ricorrere subito ad una chiusura totale. O blocchiamo il virus o sarà lui a bloccarci perché i segnali ci dicono che il sistema non tiene e anche le regioni ora gialle presto si troveranno nelle stesse condizioni delle aree più colpite”. E aggiunge: “Con la media attuale, in un mese arriveremmo ad ulteriori 10mila decessi”.
Anelli poi spiega che ci sono 23mila medici laureati in attesa di potersi specializzare, ma non possono farlo perché le graduatorie sono bloccate da numerosi ricorsi. La richiesta al governo è di dare un via libera e ammetterli tutti. “Sarebbe una boccata d’ossigeno per il sistema”. Mentre Anelli è scettico sullo spostare specialisti sul fronte Covid: “se un oculista deve diventare un internista qualcosa non funziona. La formazione non è un optional”.