Sul web è apparsa una foto significativa sulle conseguenze della seconda ondata: le ambulanze in fila in attesa di poter lasciare i pazienti.
Ieri notte è giunta la tanto attesa firma di Giuseppe Conte sul Dpmc che entrerà in vigore a a partire da giovedì 5 novembre. L’Italia, come anticipato già da diversi giorni, sarà suddivisa in tre zone in base al livello di criticità e di rischio contagio. Le zone rosse saranno in lockdown, quelle arancioni in uno stato di semi-lockdown o lockdown light e quelle verdi con misure simili a quelle in vigore già oggi.
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Resta solo da capire quali regioni saranno considerate a rischio massimo. In queste ore sono state identificate solo 5 regioni sicure di dover entrare a far parte della zona rossa: Piemonte, Lombardia, Alto Adige, Valle d’Aosta e Calabria. C’è ancora indecisione sulla Campania, dove la zona di Caserta-Napoli preoccupa e dove il governatore De Luca spinge per essere inserito nella zona rossa. Tra le regioni a limite tra zona rossa e arancione ci sono anche Liguria, Sicilia e Puglia. Tuttavia secondo le attuali informazioni dovrebbero essere inserite nella fascia di rischio medio.
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Seconda ondata, la foto simbolo delle ambulanze
I criteri da valutare per la divisione in zone sono ben 21, tra questi i più importanti riguardano l’indice Rt e la disponibilità di posti ospedalieri e terapie intensive. Ciò che spaventa, infatti, in questo momento è la carenza sia di posti che di personale in grado di fronteggiare l’emergenza. Da settimane i medici, gli infermieri ed il personale sanitario richiamano l’attenzione del governo sulle gravi carenze ospedaliere, con post, comunicazioni dell’ordine e foto che immortalano lo stress e la stanchezza di chi lavora negli ospedali.
L’ultima immagine che testimonia lo stress al quale è sottoposto il sistema sanitario nazionale proviene da Torino. Nella foto, scattata da un balcone, si vede una lunga coda di ambulanze che attendono in fila di poter entrare al pronto soccorso per far fare il tampone o fare ricoverare i pazienti. Un’immagine che rende bene l’idea di quale sia il livello di lavoro a cui è sottoposto il personale sanitario e le motivazioni che inducono il governo a stabilire un lockdown (sebbene light) ad appena una settimana dall’approvazione di misure già più restrittive.