La situazione epidemiologica è in peggioramento. Il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e l’ipotesi di un lockdown generalizzato
Il report settimanale dell’ISS, l’Istituto Superiore di Sanità, fotografa una situazione epidemiologica molto grave su tutta Italia. Una situazione in ulteriore peggioramento che fa scivolare il nostro Paese verso lo Scenario 4 ovvero quello in cui l’epidemia è definita fuori controllo e il sistema sanitario a rischio collasso.
Ancora gli effetti dell’ultimo DPCM non si vedono: la prossima settimana si capirà se quelle misure sono sufficienti oppure no. Ed è per questo che circola la data dell’8 novembre. Se si vedrà che i numeri non si abbassano scatteranno misure più severe, ovvero il lockdown, magari inizialmente mirato solo in alcune zone.
L’analisi dell’Istituto superiore di Sanità riporta numeri che lasciano poco spazio ad interpretazioni. Il virus colpisce oggi 279.7 persone ogni 100mila abitanti, mentre appena 7 giorni fa questo rapporto era di 146.2 ogni 100 mila abitanti. Chiaro dunque come il virus abbia adesso un’incidenza maggiore.
Preoccupante la situazione in 11 regioni dove ormai la trasmissione non è più controllata, ovvero i casi diventano tanti talmente velocemente che non si riesce più a tracciare. Le 11 regioni sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Val d’Aosta e Veneto. Altre otto sono le regioi a rischio moderato che possono diventare a rischio alto nel giro di un mese: Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise Umbria e le provincie autonome di Bolzano e Trento.
Alla luce dell’analisi dell’ISS la raccomandazione è quella di una ‘drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone in modo da alleggerire la pressione sui servizi sanitari. E’ fondamentale che la popolazioni eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”.
Per quanto riguarda le scuole il professor Locatelli ha rivelato che per ora si mantengono generalmente su valori non allarmanti – almeno in alcune zone – e “che lo sforzo che sarà fatto per tenerle aperte sarà supremo” ha detto il professor Locatelli.
Quello che deciderà il governo sarà dettato dai numeri, dall’andamento della curva epidemiologica e dalle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico. L’intenzione del premier Conte è quella di aspettare l’8 novembre per decretare un ulteriore nuovo DCPM più severo del precedente con ulteriori chiusure. Un lockdown più leggero di quello di marzo scorso, ma comunque che sostanzialmente porti a stare in casa. L’ipotesi è quello di un lockdown come quello francese con le scuole aperte.
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La speranza è che le misure prese facciano effetto e che si veda nei prossimi giorni un abbassamento delle curva, ma se ciò non succederà bisognerà necessariamente intervenire.
Le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità hanno puntato l’attenzione su alcune aree del Paese che sono particolarmente a rischio. E’ possibile dunque che in queste zone si intervenga già da prima con l’istituzione di zone rosse, coprifuoco anticipato e chiusure di alcune attività. In questi casi sarà il governatore regionale con un’ordinanza controfirmata dal Ministero della Salute Speranza a regolare le chiusure.
Se come sembra stiamo andando verso lo scenario 4 scatterebbe anche il divieto di spostamento fra regioni dove la situazione è più grave, la chiusura delle scuole e le zone rosse per 3 settimane.