Il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri lancia l’allarme sulla situazione in Italia e invita alla massima attenzione
La curva del contagio non rallenta. Si attende e ci si augura che le disposizioni del nuovo DPCM riescano a mettere un freno e dare respiro agli ospedali. Ma c’è molto timore che non basti. Così il Commissario Straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri invita la popolazione ad evitare ogni spostamento a stare il più possibile a casa.
Oggi sono oltre 26 mila i nuovi casi in Italia, ma come sappiamo ormai non è tanto e solo quel numero a spaventarci, ma è la velocità con cui si muove il virus. Nel giro di 20 giorni i ricoverati in Terapia Intensiva sono passati da meno di 400 a 1600, i ricoverati da 4mila a 16 mila, i decessi da 28 del 9 ottobre ai 217 di oggi. Cresce veloce il virus e se non si ferma in tempo conteremo centinaia di morti e avremo il sistema sanitario collassato.
Il Commissario Arcuri vuole parlare alla popolazione trasmettere la gravità della situazione per invitare a comportamenti responsabili. Perché è adesso che possiamo ancora evitare la catastrofe. Non siamo come a marzo, ma se non fermiamo ora il virus ci arriveremo.
“Dobbiamo anzitutto comprendere l’ampiezza, la natura e le differenze con la stagione che abbiamo alle spalle per reagire – ha spiegato Arcuri – ieri sera nel mondo c’erano 44 milioni e 700mila contagiati: 1 cittadino ogni 179. E un decesso ogni 6720 cittadini. Negli Stati Uniti c’è un contagiato ogni 17 abitanti e un deceduto ogni 526. In Europa un contagiato ogni 40 cittadini e un deceduto ogni 1634 persone”.
Per quanto riguarda l’Italia: “ci sono più di 616mila contagiati, di cui quasi 16mila in ospedale e 1651 in terapia intensiva”. “In Italia i contagi sono aumentati di 8 volte rispetto ad appena 20 giorni fa”
Al momento stiamo meglio che a Marzo sotto molteplici aspetti: “Il 21 marzo il 52% dei positivi si cura a casa, ieri il 94%. Quello stesso giorno il 41% dei positivi si trovava in ospedale, ieri solo il 5%, il 7% invece era in terapia intensiva, ieri appena lo 0,6%. Sempre in quel giorno erano stati fatti 26.000 tamponi, ieri 198.000, 8 volte in più. Prima il virus correva più forte di noi, colpiva e uccideva, ora lo intercettiamo. Prima c’era un esercito di asintomatici che non conoscevamo, oggi sappiamo che l’80% dei contagiati è asintomatico. Prima i luoghi con più contagi erano le RSA, oggi sono le famiglie. Prima solo una parte dell’Italia era interessata dal virus, oggi tutto il paese, e sappiamo che l’Italia non è tutta uguale”.
A far scattare l’allarme è la velocità del virus e le conseguenze che questo potrebbe avere sul sistema sanitario. “Stiamo vivendo un altro dramma, solo 3 settimana fa i contagiati erano 3777. Il virus si moltiplica e la sua crescita è impietosa – spiega Arcuri – Ora fa meno danni ma, dobbiamo chiederci, fino a quando? Con questi numeri se non si raffredda la curva nessun sistema, tantomeno quello italiano, sarebbe in grado di reggere”.
Per fermare quella curva c’è solo un sistema: “Dobbiamo tutti muoverci il meno possibile”. Solo evitando di dare gambe al virus riusciremo a far rallentare l’epidemia. Serve dunque “un nuovo patto di responsabilità ritrovata” ricordandosi che se è vero che ” l’80% dei contagi avviene in famiglia, qualcuno il virus all’interno delle case lo porta”.
“Dobbiamo dire la verità agli italiani. Non abbiamo mai sottovalutato il problema in questi mesi, sapevamo che c’era una tempesta nel mondo e che prima o poi sarebbe arrivata da noi”. “Spero di non ascoltare mai più appelli a non usare le mascherine o dichiarazioni sulla morte del virus o sulla necessità di mettere fine allo stato di emergenza”, ha detto ancora Arcuri.
I cittadini devono fare la loro parte così come il Governo. Aumentare i tamponi per intercettare i positivi prima che possano infettare e aumentare i posti in terapia intensiva affinché nessun malato non venga curato.
“Abbiamo in animo di aumentare ad almeno 200mila la capacità quotidiana di tamponi e da lunedì faremo almeno altri 100mila test molecolari rapidi antigenici, quindi sarà possibile uno screening di 300mila italiani – ha detto Arcuri – A marzo facevamo 26 mila tamponi al giorno, 12 volte di meno”.
Per quanto riguarda i posti letto in terapia intensiva rispetto a marzo ci sarà quasi il doppio dei posti disponibili. “Complessivamente i posti letto in terapia intensiva già attivati o attivabili in pochi giorni sono 10.337, poco meno dei 10.700 che avrebbero dovuto essere pronti alla fine dell’operazione di rafforzamento degli ospedali Covid. All’inizio dell’emergenza i posti letto in terapia intensiva erano 5.179: da allora ho inviato alle Regioni 3.303 ventilatori, cui da domani se ne aggiungeranno altri 1.849”.