Una lettera indirizzata a Mattarella e Conte per chiedere misure drastiche nel giro di qualche giorno per evitare centinaia di morti
La curva epidemica che non si arresta preoccupa sempre di più. Il Governo prova a destreggiarsi fra misure soft e tutela economica, augurandosi che i provvedimenti dell‘ultimo DPCM e quelli presi dalle Regioni diano quanto prima gli effetti sperati. Ovvero che fermino la crescita dei nuovi positivi e conseguentemente il numero di persone che necessitano ricovero in ospedale. Ma per molti esperti non andrà così. Senza misure drastiche da prendere subito la situazione degenererà in pochissimo tempo.
A lanciare questo appello al presidente della Repubblica Mattarella al presidente del Consiglio Conte sono un gruppo di 100 scienziati i quali chiedono “misure drastiche nei prossimi 2/3 giorni per evitare in Italia centinaia di decessi al giorno per Covid 19”.
Figure di primissimo piano del mondo universitario e scientifico italiano hanno firmato questo appello. Tra questi troviamo il Rettore della Normale di Pisa Luigi Ambrosio e l’ex presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Fernando Ferroni. Tutti condividono l’analisi e le stime fatte dal fisico Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia dei Lincei, secondo le quali senza interventi drastici nel giro di poco tempo potremmo avere 400-500 morti al giorno.
“Come scienziati, ricercatori, professori universitari – si legge nel testo che AdnKronos ha riportato– riteniamo doveroso ed urgente esprimere la nostra più viva preoccupazione in merito alla fase attuale di diffusione della pandemia da Covid-19 e riteniamo utile segnalare all’attenzione delle Istituzioni, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Governo, nella persona del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, le stime riportate nell’articolo del Presidente dell’Accademia dei lincei, professor Giorgio Parisi, pubblicato nelle scorse ore nel blog dell’Huffington Post”.
C’è chi crede che chiudere danneggi l’economia. In realtà nel contesto in cui siamo è l’unico modo per preservarla. Si legge infatti nel testo. “La salvaguardia dei posti di lavoro, delle attività imprenditoriali e industriali, esercizi commerciali, e le altre attività verrebbero del resto ad essere anch’esse inevitabilmente pregiudicate all’esito di un dilagare fuori controllo della pandemia che si protraesse per molti mesi”.
“Prendere misure efficaci adesso serve proprio per salvare l’economia e i posti di lavoro – la spiegazione degli scienziati fra cui spiccano docenti proprio di economia – Più tempo si aspetta, più le misure che si prenderanno dovranno essere più dure, durare più a lungo, producendo quindi un impatto economico maggiore”.
E in conclusione: “È per questo che il contagio va fermato ora, con misure adeguate, ed è per questo che chiediamo di intervenire ora in modo adeguato, nel rispetto delle garanzie costituzionali, ma nella piena salvaguardia della salute dei cittadini, che va di pari passo ed è anch’essa necessaria e funzionale al benessere economico”, concludono gli scienziati.
Gli scienziati hanno firmato un appello basandosi sulle stime fatte dal professor Giorgio Parisi, ordinario dell’Università La Sapienza e Presidente dell’Accademia dei Lincei. L’analisi fatta dall’accademico è sulla progressione dei numeri e di conseguenza sui decessi che potremmo avere.
“Negli ultimi 20 giorni – ha spiegato il professore all’Ansa – il numero dei casi sta raddoppiando ogni settimana e da una settimana il numero dei decessi sta seguendo quello dei casi”. Ossia il numero dei decessi raddoppia nei 7 giorni successivi. “Quello che sembra certo è che dal numero dei casi di oggi si può risalire al numero dei decessi fra una settimana. Per esempio, il numero dei casi di ieri corrisponde a circa 200 morti fra una settimana e la settimana successiva potrebbero raddoppiare ulteriormente”.
Di conseguenza “se le misure adottate qualche giorno fa non avranno effetti sarà difficile evitare che si arrivi a 400-500 morti al giorno“. Dunque “bisogna prendere con la massima urgenza provvedimenti per arrestare l’aumento nella diffusione dell’epidemia. Nel caso fossero misure troppo forti, dopo 10 i 15 giorni si potrebbero ridurre”. Ciò perché ha concluso Parisi “gli effetti di qualsiasi misura sui decessi si vede dopo 15 giorni”.