L’Istituto Superiore di Sanità lancia l’allarme. Invita il Governo ad agire con misure drastiche e avvisa i cittadini di stare a casa
Nelle ultime 24 ore in Italia si sono registrati 19 mila positivi. Ma non è tanto il numero in sé a spaventare, ma è il ritmo con cui si riproduce. Nelle ultime quattro settimane il rapporto tra positivi e numero di persone testate è cresciuto esponenzialmente, ossia raddoppiandosi dal 3.39% siamo ora 13.75%. Ed è questo che fa temere il peggio e fa gridare al lockdown i governatori e chiedere misure drastiche da parte degli Scienziati. Perché – è chiaro – se il virus continua a diffondersi a questa velocità fra qualche settimana i nostri ospedali saranno saturi.
Con questi numeri e un indice RT a 1.5 come evidenziato dal report settimanale del Istituto Superiore di Sanità bisogna prendere dei provvedimenti. “E’ importante limitare le uscite da casa allo stretto necessario” ha detto Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute.
Ministero della Salute: indice a 1.5 state a casa
E a lanciare l’allarme ora è anche l’Istituto Superiore di Sanità che analizzando la settimana scorsa evidenzia un RT, ovvero un indice di contagio fra i sintomatici, di 1.5. Sul report si legge: “RT significativamente sopra 1, che indica una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale, con rischio di criticità importanti a breve termine in numerose regioni e province autonome”.
Nel report viene lanciato un invito alla cittadinanza. “Fondamentale che la popolazione rimanga a casa quando possibile e riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine”.
E poi si richiedono misure drastiche in alcune aree: coprifuoco e lockdown, quello che serve per far diminuire i contatti e di conseguenza i contagi. Sono “necessarie misure, con precedenza per le aree maggiormente colpite, che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni nelle attività non essenziali e restrizioni della mobilità”.