Le restrizioni del DPCM e le ordinanze regionali con i coprifuoco puntano a far circolare meno persone, ma resta il problema dei mezzi pubblici
Continua a salire la curva epidemiologica e per arrestare la sua corsa servono misure severe e stringenti. Mascherina e distanziamento sociale sono il nostro diktat, eppure vedendo i mezzi pubblici stracolmi sembra di non essere nel pieno di una pandemia.
Ci vuole tempo, questo è vero. Gli effetti delle misure varate nell’ultimo DPCM della scorsa domenica si vedranno solo nei prossimi giorni, anche se è ormai chiaro che in alcune zone la situazione è troppo grave. E per questo alcune regioni hanno firmato delle ordinanze per il coprifuoco. L’obiettivo è sempre uno solo: ridurre il numero di persone in giro e di conseguenza la diffusione del contagio.
Ogni misura non è sufficiente da sola a rallentare l’epidemia. Dunque se il coprifuoco è una misura indispensabile, altrettanto lo è il distanziamento sui mezzi pubblici. E invece ogni mattina gli autobus sono strapieni. Ciò avviene ovviamente soprattutto nelle grandi città come Milano, Torino, Napoli, Roma.
Questa immagini è la metro di Piazzale Flaminio a Roma. E’ stata scattate ieri alle 8.45. L’ha pubblicata Selvaggia Lucarelli sul suo profilo.
Mezzi pubblici pieni durante la pandemia
L’aver scaglionato gli ingressi a scuola e lo smart working imposto al 70% dei dipendenti pubblici e consigliato a tutte le aziende private dovrebbe alleggerire il carico sui mezzi pubblici.
Come abbiamo detto serve tempo affinché le misure varate possano dare degli effetti. Ma il problema non doveva crearsi. Non solo bisogna ridurre il numero di persone in giro, vanno anche aumentate le corse e i mezzi in circolazione.
ll nodo trasporti nella pandemia
Quando lo scorso maggio fu varato il bonus bici era indubbiamente una misura buona nelle intenzioni. Ossia creare una mobilità alternativa non fatta solo di autobus e metro, né tantomeno solo di automobile è una necessità indispensabile. Non solo per creare distanziamento e per alleggerire il carico dei mezzi pubblici, ma anche fuori dal periodo emergenziale per l’ambiente.
Solo che servono piste ciclabili fatte bene – e no, non basta una striscia bianca a delimitare lo spazio su una strada a scorrimento veloce. Ma per tutto ciò serve tempo, ovvio. E ora tempo non ce n’è.
In ogni caso con l’arrivo del freddo e delle piogge la bici rimane in garage. E questo era piuttosto prevedibile. E’ chiaro dunque che l’incentivo all’uso della bici era una misura ad hoc per la primavera e l’estate. Ed ora cosa fare?
Si sapeva che l’autunno sarebbe arrivato e con lui la temuta seconda ondata. Eppure sul fronte degli spostamenti non è stato fatto nulla. Va detto che i trasporti sono un problema regionale e comunale e non certo del Governo. Non è ovviamente nei compiti del Presidente del Consiglio aumentare le corse degli autobus.
Però stride veder chiudere prima bar e ristoranti per evitare assembramenti e poi vedere decine di persone accalcate nel vagone della metropolitana. E’ vero certo, nei ristoranti la mascherina la si toglie per mangiare e ci si ritrova in tanti a poca distanza e senza protezione. Ma anche essere in 50 con la mascherina appiccati dentro un vagone non è proprio sicuro.
Cosa fare: più corse, più mezzi, meno capienza
Si cercano compromessi fra salute ed economia, si limita dove si può, si cerca la maggior resa con il minor sacrificio economico possibile. E’ una ricerca di equilibrio difficilissima quella del Governo: tutelare la salute di tutti e l’economia di un intero Paese, mitigando rivolte sociali, prevedendo scenari futuri e prendendosi enormi responsabilità sapendo che ci sarà sempre qualcuno scontento.
Ma intanto tornare a quelle regole imposte subito dopo la fine del lockdown: capienza al 50% dei mezzi (e non 80% come adesso ed in ogni caso non viene rispettata) e segnaletica per il distanziamento. E poi servono interventi per dotare gli autobus di termoscanner, e poi servono più mezzi e più corse. Gli autobus e le metropolitane devono passare frequentemente così da poter suddividere i passeggeri ed evitare assembramenti in banchina e sui vagoni.
Intervenire sui mezzi pubblici significa agire su uno dei luoghi ad alto contagio.