Il premier Giuseppe Conte rivela che saranno distribuite già a dicembre le prime dosi del vaccino anti-covid
Si vede la fine del tunnel. Diversi vaccino contro il coranavirus sono giunti alle fasi finali e addirittura uno, quello creato dall’Università di Oxford, la farmaceutica Astazeneca e l’istituto di ricerca IRBM di Pomezia, potrebbe essere già somministrato alla popolazione italiana a inizio dicembre. L’annuncio arriva dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a margine di un incontro con Bruno Vespa: “Se le ultime fasi di preparazione, il cosiddetto ‘rolling review’, del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-Astrazeneca saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all’inizio di dicembre”.
Se così fosse i primi ad essere vaccinati saranno gli operatori sanitari e le forze dell’ordine, poi gli anziani delle RSA e le persone più fragili. Via via nel corso dei mesi tutta la popolazione dovrà essere vaccinata – e già sono pronte le polemiche su eventuali obblighi vaccinali – e per il 2022 l’Italia dovrebbe essere vaccinata contro il Covid.
“Già all’inizio di dicembre avremo i primi due o tre milioni di dosi – ha spiegato Conte – Altri milioni ci arriveranno subito dopo. La Commissione europea ha commissionato ad Astra Zeneca e ad altre società alcune centinaia di milioni di dosi. Penso che per contenere completamente la pandemia dovremo aspettare comunque la prossima primavera”.
Non sarà immediato l’effetto del vaccino, ovvero con il suo arrivo non finirà immediatamente l’epidemia da coronavirus. Un po’ perché per vaccinare tutta la popolazione ci si metteranno mesi o forse un anno o due, un po’ perché il vaccino ha dei tempi per poter funzionare.
Innanzitutto l’immunità vaccinale inizia un mese dopo la sua prima inoculazione e necessita poi di un richiamo dopo uno o due mesi. Il grande dubbio è quello su quanto dura la protezione. Il timore è che non vada oltre l’anno o due, il che renderebbe necessario ripetere la vaccinazione di massa.
Sono numerosi i vaccini anti-covid che si stanno studiando e preparando nel mondo. E ben cinque di questi sono giunti alla fase 3 ovvero all’ultima fase della sperimentazione clinica. Si stanno studiando 3 tipi di vaccini: vaccino a RNA, a DNA e proteico. Lo sforzo mondiale e l’urgenza di trovare una soluzione alla pandemia sta accorciando i tempi che solitamente sono di anni.
Il vaccino di Oxford-AstraZeneca-Irbm Pomezia è quello su cui punta l’Italia e l’Europa e sta per concludere l’ultima fase di sperimentazione e consegnare i risultati all’Agenzia di controllo europea.
C’è anche lo statunitense Moderna vicino alla conclusione della fase 3. A fine novembre presenterà i dati alla FDA, l’ente statunitense sulla sicurezza dei farmaci. Il vaccino della Moderna è a RNA messaggero e se validato potrebbe essere distribuito a dicembre. “La prima analisi da parte dell’Fda – ha spiegato il ceo di Moderna Bancel – avverrà probabilmente in novembre, ma è difficile dire esattamente in che settimana perché dipende dal numero dei casi. Se invece ci vorrà di più ad ottenere i risultati il via libera potrebbe arrivare l’anno prossimo”.
C’è poi il vaccino della BioNtech e Pfizer anche questo a RNA messaggero modificato e che è pronto a consegnare i dati all’EMA, l’agenzia europea sul controllo dei farmaci.
Una volta trovato il vaccino bisognerà produrlo in milioni di dosi. Il Serum Institute, hub indiano di produzione di vaccini, è già pronto a sfornare un miliardo di dosi del vaccino di Oxford nei prossimi mesi. In Europa ci penserà la ditta Catalent di Anagni a mettere in fiala il vaccino.