Nemmeno un mese dopo la riapertura, in Italia si torna a parlare di scuole chiuse. Analizziamo i rischi ei vantaggi dell’eventuale decisione
La curva dei contagi torna a salire in Italia e di conseguenza tornano norme restrittive nel nostro Paese.
C’è chi ipotizza un nuovo lockdown , chi invece pensa a copiare il modello francese e ad imporre un coprifuoco dalle 22 in poi.
C’è chi, seguendo l’esempio di De Luca in Campania, ipotizza scuole chiuse in tutto il territorio e didattica a distanza soprattutto per quel che riguarda le superiori.
Ogni decisione, soprattutto importante come quella che riguarda l’istruzione dei nostri ragazzi, porta con se un dibattito sui rischi ei vantaggi che comporta.
Scuole chiuse: la curva potrebbe diminuire sensibilmente
E ‘chiaro che in una situazione di vita normale, chiudere gli istituti comporterebbe un danno inestimabile.
Ma la curva dei contagi è un fattore decisivo: nonostante il Ministro dell’Istruzione Azzolina e il Premier Conte abbiano gradito poco la decisione di De Luca, è evidente che dalla riapertura in poi i casi siano aumentati.
Se da un lato la maggior parte dei positivi hanno contratto il virus all’esterno delle scuole, in un momento di picco dell’epidemia stare a casa a studio può comportare un decremento della curva.
Inoltre il problema trasporti la fa da padrone: molti studenti si imbarcano tutte le mattine in autobus o metro sovraffollate , aumentando il rischio di contagio.
Per non parlare dei genitori che accompagnano i bambini più piccoli (che fino a 6 anni sono esentati dall’indossare la mascherina) e spesso creano assembramenti all’esterno delle strutture scolastiche.
O gli stessi studenti che in momenti di pausa, o anche nelle vicinanze della scuola, spesso si ritrovano con i loro compagni senza le dovute precauzioni.
Tenere i ragazzi a casa, inevitabilmente, ridurrebbe la circolazione delle persone soprattutto nelle prime ore del mattino ed il virus avrebbe meno possibilità di trasmissione.
Senza contare che, in caso i numeri dovessero continuare a salire, ci sarebbe un nuovo lockdown che non salverebbe gli studenti ed in più farebbe bloccare per la seconda volta l’intera economia del Paese.
I rischi della chiusura: povertà educazionale in crescita
La didattica a distanza , però, è mal digerita da insegnanti e genitori . Gli adulti, spesso entrambi al lavoro, riescono a seguire poco i propri figli. I docenti, soprattutto quelli delle scuole primarie, trovano difficoltà nell’insegnamento a distanza.
Calo dell’attenzione e mancanza del contatto diretto , oltre alla fondamentale esperienza del confronto con compagni e adulti, portano ad un deficit educazionale non trascurabile.
E se già prima del Covid la povertà educativa in Italia sfiorava livelli record, una nuova chiusura non può far altro che peggiorare le cose. Inoltre, secondo alcuni dati statistici, ci sono circa 9 milioni di ragazzi che vivono in condizioni di povertà relativa e assoluta in Italia.
Di questo ha parlato all’Adnkronos Marco Rossi Doria, vicepresidente di ‘Con i Bambini’ (associazione che si occupa della lotta alla povertà educativa): ” E ‘una vera e propria crisi; un’esclusione inaccettabile per un paese come il nostro che fa pochi figli e che mette a rischio lo sviluppo del paese “.
La palla passa ora alle istituzioni, che ancora una volta prenderà una decisione difficile e che sicuramente risulterà amara da digerire a prescindere dalla scelta finale.
IO SONO